Il plagio: tra imitazione e appropriazione, il confine sottile che tutela la creatività e la proprietà intellettuale. Ecco cosa dice la legge.
Il plagio è un fenomeno sempre più diffuso, che coinvolge non solo il mondo dell’arte, ma anche ambiti accademici, scientifici e aziendali. Con l’accesso digitale a un’enorme quantità di contenuti, le possibilità di copia o appropriazione indebita sono aumentate notevolmente: si stima che in Italia almeno il 30% delle tesi universitarie subisca controlli antiplagio, mentre, nel settore musicale e creativo, circa il 20% delle cause riguardano accuse di violazione del diritto d’autore per presunta riproduzione non autorizzata di opere altrui.
Ma cosa significa davvero «plagiare» secondo il diritto? La definizione giuridica di plagio non si limita a copiare, ma racchiude in sé una serie di azioni che minano i diritti dell’autore su un’opera originale, toccando anche questioni di risarcimento, tutela della proprietà intellettuale e sanzioni penali.
Plagio: significato e definizione
Il plagio è la violazione del diritto d’autore, cioè l’appropriazione indebita dell’opera altrui spacciandola come propria o riproducendola senza autorizzazione. In particolare, il plagio configura una violazione di diritti esclusivi spettanti all’autore e può portare a conseguenze sia civili che penali.
“Il plagio si definisce come la riproduzione o l’utilizzo parziale o totale di un’opera protetta dal diritto d’autore senza autorizzazione, con l’intento di far credere che essa sia originale o frutto dell’inventiva di chi la utilizza.”
L’ appropriazione può avvenire attraverso la riproduzione integrale di testi, immagini, opere artistiche, musicali o anche semplici estratti, a meno che non siano rispettate le eccezioni previste dalla legge, come il diritto di citazione. È importante distinguere il plagio da altre forme di violazione del diritto d’autore, come la contraffazione, che si riferisce alla creazione di copie identiche a scopo di lucro.
Nel plagio, l’elemento rilevante è l’appropriazione indebita dell’opera creativa di un altro soggetto e la sua presentazione come propria, senza necessariamente avere un intento di profitto diretto. Ad esempio, in ambito accademico presentare una tesi copiata o testi ripresi da altri autori senza citarli è considerato plagio e non contraffazione.
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Riferimento comparato: il caso del plagiarism
Nel diritto anglosassone, in particolare negli Stati Uniti, il plagio assume contorni leggermente diversi.
“Il plagiarism include anche la frode accademica e la violazione contrattuale, piuttosto che una violazione diretta del diritto d’autore.”
Nelle università americane, ad esempio, gli studenti trovati colpevoli di plagio possono essere soggetti a sanzioni disciplinari, fino all’espulsione, mentre in Italia il fenomeno del plagio accademico è spesso trattato con modalità meno formali e senza un quadro sanzionatorio uniforme a livello universitario.
Altri modelli di tutela del diritto d’autore
La Francia e la Germania rappresentano altri due esempi di come il plagio sia affrontato in ambito giuridico: in Francia, il plagio è perseguito principalmente tramite il Code de la propriété intellectuelle, che protegge l’integrità morale e patrimoniale dell’opera dell’autore.
In Germania, invece, il concetto di plagio è inquadrato nel Urheberrechtsgesetz, la legge sul diritto d’autore, con una forte tutela sia dell’integrità dell’opera che della paternità dell’autore. Tali differenze indicano come, in un’ottica di diritto comparato, il plagio venga trattato non solo come violazione patrimoniale, ma anche come lesione dei diritti morali dell’autore.
Quali opere possono essere plagiate?
“Il plagio può riguardare una vasta gamma di opere tutelate dal diritto d’autore. In generale, la tutela si applica alle opere dell’ingegno che presentano carattere di originalità e creatività, indipendentemente dal valore artistico o commerciale.”
Di seguito, una panoramica delle principali categorie di opere che possono essere soggette a plagio.
Opere letterarie e scientifiche
I testi scritti, siano essi saggi, romanzi, articoli, tesi universitarie o trattati scientifici, sono protetti dal diritto d’autore se costituiscono un’espressione originale dell’autore.
“Plagiare un’opera letteraria implica copiare in tutto o in parte il contenuto, senza citare la fonte e attribuendosi la paternità del lavoro”
Anche in ambito scientifico, la riproduzione di risultati, analisi o studi altrui senza corretta attribuzione costituisce una violazione.
Opere musicali e composizioni
Le composizioni musicali, siano esse partiture, canzoni o arrangiamenti originali, sono anch’esse protette. La tutela si estende sia al testo che alla melodia, poiché rappresentano l’espressione creativa dell’autore. Plagiare un’opera musicale può significare riprodurre o adattare note o testi in modo sostanziale, come evidenziato da casi noti in cui celebri brani musicali sono stati accusati di essere copie di composizioni preesistenti.
Opere audiovisive e cinematografiche
Il diritto d’autore copre anche i film, i video, le serie televisive e i cortometraggi. In questo caso, il plagio può manifestarsi attraverso la riproduzione o l’imitazione di sequenze, sceneggiature, o inquadrature caratteristiche. Spesso si tratta di copie non autorizzate di parti essenziali della narrazione o delle immagini, che fanno perdere all’opera originale la sua unicità.
Opere d’arte visiva
Le opere d’arte visiva, come quadri, sculture, fotografie e opere digitali, sono soggette alla tutela del diritto d’autore, purché rappresentino un’espressione originale. Plagiare un’opera visiva può includere la riproduzione senza consenso, la modifica non autorizzata o la presentazione di un’opera simile come propria. Questa forma di plagio è particolarmente diffusa con l’uso di contenuti digitali e social media, dove la diffusione non autorizzata di immagini è comune.
Software e database
Anche il software e i database rientrano tra le opere protette, a patto che siano originali e che l’autore abbia dato loro una forma creativa personale.
Il plagio nel campo del software può consistere nella copia di codice sorgente o di strutture di database senza autorizzazione, violando i diritti di chi ha sviluppato l’opera. L’importanza del copyright sui software è stata riconosciuta nei principali ordinamenti internazionali, includendo la tutela anche per le interfacce grafiche e gli algoritmi.
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Opere protette dalla tutela morale e patrimoniale
La legge prevede inoltre la protezione dei cosiddetti diritti morali e patrimoniali dell’autore, che includono il diritto di rivendicare la paternità dell’opera e il diritto di opporsi a modifiche non autorizzate che ne distorcano il significato o l’essenza. Ciò implica che non solo la copia integrale è considerata plagio, ma anche l’adattamento non autorizzato di un’opera originale.
Protezione dell’idea vs. espressione concreta
Un principio fondamentale del diritto d’autore è la distinzione tra idea e forma espressiva. In generale:
“il diritto d’autore non tutela le idee o i concetti astratti, ma solo la loro espressione concreta, come una particolare narrazione, immagine o struttura musicale”
Ad esempio, l’idea di scrivere una storia d’amore ambientata a Parigi non può essere protetta, ma il testo specifico che narra quella storia sì, se originale. Questa distinzione è rilevante per identificare cosa può essere considerato plagio, evitando al contempo la protezione di idee o stili di genere.
Plagio: cosa dice la legge?
In Italia, il plagio è regolato dalla legge n. 633 del 1941 sul diritto d’autore, che protegge le opere dell’ingegno, riconoscendo ai loro autori diritti esclusivi sia morali che patrimoniali. Tale normativa sancisce il diritto dell’autore di rivendicare la paternità della propria opera e di tutelarne l’integrità contro usi non autorizzati o distorsioni.
“Secondo la legge, chiunque riproduce, distribuisce o utilizza un’opera senza il consenso del titolare viola i diritti di quest’ultimo, e tale violazione può essere perseguita sia civilmente che penalmente.”
La disciplina penale
Il Codice Penale prevede sanzioni per il plagio tramite l’art. 171 ter della Legge sul diritto d’autore, che punisce la riproduzione, la diffusione o la vendita di opere protette senza autorizzazione.
Questa norma introduce una serie di sanzioni penali che vanno dalle multe alla reclusione nei casi più gravi. In particolare:
- chiunque duplici o distribuisca copie di un’opera senza il consenso dell’autore;
- chi utilizzi opere protette per fini commerciali senza licenza;
- chi realizzi copie illegali a fini di lucro, commettendo di fatto un atto di concorrenza sleale.
Le sanzioni possono arrivare fino a 3 anni di reclusione e prevedere ingenti ammende per le violazioni più gravi, come vedremo più avanti nel dettaglio.
Esenzioni e licenze
La normativa italiana sul diritto d’autore prevede tuttavia alcune eccezioni e modalità di utilizzo lecito di opere altrui, come il diritto di citazione:
“che consente di riprodurre brevi estratti di un’opera a fini di critica, discussione o insegnamento, purché venga citata la fonte e l’autore.”
Inoltre, grazie a licenze come le Creative Commons, gli autori possono stabilire quali usi della propria opera siano consentiti senza ulteriore autorizzazione, riducendo così il rischio di violazioni involontarie.
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Cosa rischia chi plagia: sanzioni e pene previste
In ambito civile, l’autore o il titolare dei diritti di un’opera plagiata può richiedere:
- risarcimento dei danni: chi ha subito un danno economico o di immagine a causa del plagio può ottenere un risarcimento calcolato in base alla perdita subita o al guadagno indebito ottenuto dall’autore del plagio. Il danno patrimoniale viene stimato anche in base ai mancati profitti e ai danni d’immagine arrecati al creatore originale;
- cessazione dell’utilizzo dell’opera: l’autore plagiato può richiedere un’ordinanza che ordini al responsabile del plagio di cessare immediatamente l’uso dell’opera, impedendo la diffusione di copie o l’esposizione pubblica di contenuti plagiati;
- restituzione dei profitti: i profitti generati dall’utilizzo non autorizzato di un’opera possono essere richiesti dall’autore, che ha diritto a recuperare i guadagni indebitamente ottenuti dall’utilizzo dell’opera altrui.
Sanzioni penali
Il plagio può inoltre configurare un reato ai sensi dell’art. 171 ter della Legge sul diritto d’autore. Le sanzioni penali previste includono:
- multe: per le infrazioni meno gravi o di natura non commerciale, sono previste multe che possono variare in base alla violazione e alla gravità del danno arrecato. Le sanzioni economiche mirano a dissuadere l’uso improprio delle opere creative;
- reclusione: nei casi più gravi, come quando il plagio è reiterato, organizzato a fini di lucro o realizzato in modo particolarmente dannoso per l’autore, le pene possono arrivare fino a tre anni di reclusione. In caso di plagio commerciale, come la riproduzione non autorizzata su larga scala per fini di vendita, la pena detentiva rappresenta una forma di deterrente importante;
- confisca delle copie: la legge prevede la confisca delle copie illegali dell’opera plagiata e il sequestro del materiale utilizzato per la riproduzione non autorizzata, per limitare la diffusione e il potenziale profitto.
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Esempi di applicazione pratica delle sanzioni
Nel tempo, molti casi famosi hanno evidenziato l’applicazione di queste sanzioni:
- caso “Blurred Lines”: la canzone di Pharrell Williams e Robin Thicke è stata oggetto di una causa di plagio per presunte somiglianze con un brano di Marvin Gaye. I responsabili sono stati condannati a risarcire la famiglia di Gaye con una somma di oltre 5 milioni di dollari;
- caso dell’Università di Heidelberg: in Germania, alcuni accademici sono stati sanzionati per plagio nelle tesi di dottorato, con conseguente revoca dei titoli accademici e danno reputazionale significativo;
- plagio nel mondo editoriale: in Italia, autori di best-seller sono stati coinvolti in cause di plagio, con sentenze che hanno imposto il ritiro delle copie e pesanti risarcimenti per danno d’immagine e profitti non dovuti.
Come evitare il plagio?
Evitare il plagio è fondamentale per chi lavora con contenuti creativi, scientifici o accademici, sia per tutelare l’integrità professionale, sia per evitare gravi conseguenze legali.
Strumenti e best practices per evitare il plagio
- Utilizzo di software antiplagio: le piattaforme di verifica del plagio, come Turnitin o iThenticate, sono strumenti indispensabili per chi scrive articoli, tesi o altri testi accademici, in quanto permettono di confrontare i contenuti con un ampio database di testi pubblicati. In ambito professionale, il controllo antiplagio rappresenta una tutela preventiva e consente di garantire che i contenuti siano autentici e privi di copiature involontarie.
- Documentazione delle fonti: citare accuratamente le fonti è una pratica essenziale per evitare il plagio. In ambito accademico e professionale, l’uso di riferimenti dettagliati e la creazione di una bibliografia completa sono segni di trasparenza e correttezza. Una citazione appropriata implica l’indicazione dell’autore, del titolo dell’opera e dei dettagli di pubblicazione, utilizzando un formato standard (come APA o MLA) quando richiesto.
- Uso delle citazioni dirette e indirette: è importante differenziare tra citazioni dirette (uso letterale di un testo) e citazioni indirette (parafrasi o rielaborazione del contenuto altrui). Entrambe richiedono comunque un riferimento chiaro alla fonte. In caso di citazioni dirette, le parole devono essere racchiuse tra virgolette, mentre le parafrasi devono essere chiaramente attribuite alla fonte originale per evitare di confondere il lettore sulla paternità del contenuto.
Licenze e permessi
- Ricorso a licenze aperte: le licenze come le Creative Commons sono una risorsa preziosa per chi desidera utilizzare contenuti altrui senza incorrere nel rischio di plagio. Con una licenza Creative Commons, gli autori definiscono specifiche condizioni d’uso per la propria opera, consentendo a terzi di utilizzarla nel rispetto dei requisiti indicati, come la citazione dell’autore o la condivisione alle stesse condizioni.
- Richiesta di permessi per l’uso di opere protette: neel caso di opere protette e non disponibili con licenze aperte, è fondamentale richiedere un permesso scritto per l’utilizzo. Questo vale, ad esempio, per l’utilizzo di immagini, testi o musiche in pubblicazioni commerciali. Ottenere una licenza d’uso direttamente dall’autore o dal titolare dei diritti elimina il rischio di violazioni e permette un utilizzo legale dei contenuti.
Esempi concreti di plagio e casi storici famosi
Il plagio, definito come l’appropriazione indebita delle idee, parole o opere altrui senza adeguata attribuzione, ha caratterizzato numerosi episodi nella storia, coinvolgendo vari ambiti, dalla letteratura alla musica, fino all’arte visiva. Un caso emblematico è quello di Domenico Modugno, accusato nel 1958 di aver plagiato la canzone «Il castello dei sogni» di Antonio De Marco con il suo celebre brano «Nel blu dipinto di blu». Nonostante le accuse, il tribunale assolse Modugno, ritenendo le somiglianze non sufficienti a configurare il reato di plagio.
Nel panorama musicale internazionale, i Led Zeppelin furono citati in giudizio per presunto plagio del brano «Taurus» degli Spirit, accusati di averne copiato l’introduzione per la loro iconica «Stairway to Heaven». Dopo un lungo iter legale, nel 2020 la Corte Suprema degli Stati Uniti confermò la sentenza di non colpevolezza per la band britannica.
Un altro esempio significativo riguarda il cantautore britannico Ed Sheeran, accusato nel 2016 di aver plagiato la canzone «Amazing» di Matt Cardle nel suo brano «Photograph». La controversia si concluse con un accordo extragiudiziale, con l’aggiunta dei nomi degli autori di «Amazing» tra i crediti di «Photograph».
In ambito letterario, Roberto Saviano fu coinvolto in una disputa legale nel 2013, quando fu accusato di aver copiato alcune pagine del suo libro «Gomorra» da articoli di giornali locali. La Corte d’Appello di Napoli riconobbe la violazione, condannando Saviano e la casa editrice al risarcimento dei danni.
Nel campo dell’arte visiva, l’artista Jeff Koons è stato più volte accusato di plagio. Nel 2018, un tribunale francese lo condannò per aver copiato una fotografia del 1985 nella sua scultura «Fait d’Hiver», ordinando il pagamento di una significativa somma a titolo di risarcimento.
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