Il sogno di Giorgetti, che invidia la Germania. E che lancia un nuovo appello tassi alla BCE, mentre lo spread si riaccende.
Ognuno di noi ha un sogno. Ce l’ha anche il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, tartassato soprattutto e ovviamente, in tempi di legge di bilancio, da domande sulla direzione del debito pubblico italiano, delle spese per interessi - che sottraggono risorse alla sanità, all’istruzione, alle pensioni - in generale a tutto il PIL dell’Italia, dello spread BTP-Bund, del deficit e della spesa pubblica.
A rivelare questo sogno, che ai più sembrerà utopia, è stato lui stesso, nel rispondete alle domande che gli sono state poste nel corso dell’audizione sulla manovra 2025 stilata dal governo Meloni, nelle Commissioni bilancio di Camera e Senato.
Il sogno di Giorgetti: “sogno un debito al 60% del PIL, come in Germania”
“Dobbiamo liberarci del fardello del debito. Sogno un debito al 60% del Pil, come in Germania. Così si libererebbero risorse per 45 miliardi in termini di interessi da poter spendere per scuola, sanità, pensionati”
Tallonato dai diktat sul debito e sul deficit che tutti i Paesi UE sono chiamati a rispettare con il nuovo Patto di Stabilità e di crescita UE - che qualcuno ha subito paventato anticipare addirittura una manovra di lacrime e sangue per l’Italia - Giorgetti si è quasi sfogato, a causa di quel fardello del debito che continua a confermarsi zavorra insostenibile per tutti i governi italiani di turno, che finiscono puntualmente con l’incolpare i precedenti: “Abbiamo un fardello e dobbiamo impegnarci a non farlo aumentare”, ha ricordato il titolare del Tesoro, tornando a chiedere aiuto alla BCE, nel giorno tra l’altro in cui lo spread BTP-Bund a 10 anni è tornato a infiammarsi.
Importante, ha detto infatti il ministro, è che “la BCE abbassi i tassi e che lo spread si riduca. Così potremo liberarci del fardello e avere più risorse per la spesa sociale e per abbassare le tasse sul ceto medio”.
Con i tassi dell’area euro, ha rimarcato Giorgetti, potrebbe infatti farsi meno esosa la spesa per gli interessi che lo Stato italiano si trova costretto a sostenere ogni anno.
Giorgetti apre su tassazione cripto. La frase sui sacrifici delle banche
Per i mercati, che non guardano solo allo spread, un’altra indicazione cruciale è arrivata oggi dal ministro Giancarloi Giorgetti riguardo alla tassazione sulla criptovalute, le cui ultime novità, in Italia, hanno fatto drizzare le antenne a molti trader e appassionati di Bitcoin & Co.
“Sono d’accordo e disponibile a forme di tassazione diverse per le crypto attività rispetto alla loro permanenza nel portafoglio”, ha detto il ministro, aggiungendo che quella che deve essere tassata maggiormente “è la speculazione”, mentre ciò che deve essere agevolato deve essere “l’investimento di lungo termine”.
Il commento è stato rilasciato in merito alla proposta del governo Meloni, incisa nel ddl bilancio, di aumentare dal 26% al 42% l’aliquota sulle plusvalenze incassate con il mondo crypto.
Giorgetti ha dunque aperto alla possibilità di rivedere la tassazione, valutando i vari “emendamenti” alla manovra.
Ribadita invece la necessità che le banche facciano sacrifici. Anzi, il fatto stesso che le banche italiane considerino sacrifici le imposte che, sulla base della legge di bilancio 2025 dovranno versare in via anticipata, a Giorgetti basta:
“Le banche le considerano sacrifici, questo mi basta per ora. Certamente se ci sono altre idee le possiamo valutare”.
Il ministro Giorgetti non ha certo nascosto la testa sotto la sabbia di fronte alle sfide epocali che l’economia italiana e mondiale devono affrontare, tra l’altro con venti di guerra che rischiano di soffiare più forti.
““Il quadro è sicuramente ancora molto incerto” - ha spiegato il titolare del Tesoro - “Le previsioni di crescita per il 2025 sono coerenti con una graduale ripresa della domanda interna, di cui un elemento essenziale è rappresentato dalla accelerazione degli investimenti legati al PNRR, e con il miglioramento del contesto di fondo dell’economia europea, anche grazie ad un’intonazione meno restrittiva della politica monetaria”.
Giorgetti ha rimarcato che la BCE di Christine Lagarde, in teoria, dovrebbe continuare a tagliare i tassi di interesse:
“Oltre all’andamento dei tassi guida della BCE, che sembrano avere spazio per ulteriori riduzioni, le nostre condizioni finanziarie, e in particolare le condizioni di accesso al credito, sono anche influenzate dal premio al rischio pagato sui titoli di Stato”. (BTP)
Non sono mancati i complimenti al governo Meloni, premiato di recente anche da alcune promozioni arrivate dal mondo delle agenzie di rating: premi che Giancarlo Giorgetti ha ricordato, laddove ha affermato che “la credibilità del Governo e la prudenza nella gestione delle finanze pubbliche hanno contribuito sia alla recente revisione al rialzo degli outlook per il nostro Paese da parte di due agenzie di rating, sia al dimezzamento dello spread rispetto ai livelli di due anni fa”.
Bisogna tuttavia puntare più in alto, magari per rendere il suo sogno qualcosa di meno rispetto a una utopia:
“Ulteriori progressi in tale ambito avrebbero effetti favorevoli sugli andamenti di finanza pubblica, traducendosi in un più rapido miglioramento del deficit e del debito pubblico”, ha sottolineato il titolare del Tesoro.
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