L’importanza della sperimentazione continua per le PMI

Domenico Letizia

08/07/2021

La gestione dell’incertezza e la difficoltà di programmare impone all’organizzazione aziendale di adottare un approccio che garantisca una maggiore autonomia organizzativa.

L’importanza della sperimentazione continua per le PMI

La sperimentazione continua è lo strumento che consente alle PMI di ridimensionare i rischi della propria realtà adottando approcci ispirati alla logica del «trial & error».

Riuscire ad adattare la propria realtà aziendale e a delineare delle ipotesi con il Business Model Canvas piuttosto che su Business Plan pluriennali, che richiedono capacità previsionali non realistiche, può divenire un buon approccio al successo, da accompagnare dall’ascolto del cliente e dall’azione e sviluppo rapido, testando il modello e progettando le modifiche.

La sperimentazione prevede la possibilità di fallire. La crescita dell’organizzazione passa attraverso la capacità di gestire con innovazione e dinamicità i fallimenti.

Come gestire l’incertezza in un sistema in continua evoluzione

La gestione dell’incertezza e la difficoltà di programmare, in un sistema in continua evoluzione, impone all’organizzazione aziendale di adottare un approccio che garantisca una maggiore autonomia organizzativa.

Questa sfida è impegnativa per le PMI che tendenzialmente utilizzano l’accentramento come strumento di risposta alle incertezze ambientali e come leva chiave per garantire un efficace coordinamento. La complessità del contesto spinge le PMI a delegare maggiore responsabilità non solo agli individui ma soprattutto a team interdisciplinari e autorganizzati caratterizzati dalla massima autonomia che in alcuni casi possono focalizzarsi anche nella scelta del progetto da seguire.

Nelle organizzazioni digitali, l’autonomia e il lavoro di gruppo recuperano spazi di manovra ai danni della gerarchia e la valutazione del lavoro si sposta progressivamente dal rispetto delle regole e delle procedure al raggiungimento degli obiettivi.

«La radice dei nostri problemi non è che siamo in una grande recessione o una grande stagnazione, ma piuttosto siamo agli albori di una grande ristrutturazione. Le nostre tecnologie corrono in avanti molte delle nostre competenze e delle nostre organizzazioni vengono lasciate indietro. Per questo motivo è urgente che comprendiamo questo fenomeno discutiamo le implicazioni e identifichiamo strategie che permettano alle imprese e ai lavoratori di correre con le macchine anziché contro di esse.»

Riportavano nel volume «La nuova rivoluzione delle macchine», i due autori Erik Brynjolfsson e Andrew McAfee.

Il contesto competitivo in cui si muovono le PMI è caratterizzato da una serie di tendenze evolutive che spingono a modificare l’assetto organizzativo da logiche di produzione del prodotto o del servizio gestito esclusivamente dall’organizzazione, l’internalizzazione, a sistemi in cui fasi del processo sono delegate a fornitori esterni, l’esternalizzazione, a sistemi in cui parti del sistema di creazione del valore sono delegate ai consumatori.

Un passaggio importante che dalla competizione come unico approccio per raggiungere gli obiettivi cardine delle aziende giunge alla coopetizione, che consiste nella capacità di delineare il giusto equilibrio tra competizione e collaborazione, riuscendo a valorizzare anche la capacità di creare alleanze e collaborazioni.

Incentivare e implementare il network tra aziende e nell’azienda è un’importante risorsa da non sottovalutare nella nostra società caratterizzata dal «capitalismo informazionale» dalla rete e dalla continua innovazione come sistema.

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