Non sempre si è consapevoli del fatto che si è esentati dal pagamento dell’Imu sull’immobile di proprietà, come nel caso che approfondiremo in questo articolo.
Per i proprietari di un immobile il 16 giugno rappresenta una data piuttosto importante, visto che cade la scadenza del primo acconto Imu 2023. La tassa sulla casa che sono tenuti a pagare tutti coloro che possiedono un immobile diverso dalla prima casa non di lusso.
Certamente, esistono diverse tipologie di esenzioni che permettono di non versare l’imposta o di pagarla in modo ridotto, ma per poterne beneficiare bisogna rientrare in particolari casistiche e possedere precisi requisiti. Per la determinazione del diritto all’esenzione è importante, innanzitutto, comprendere .
Inoltre dallo scorso anno c’è un’importante novità per quel che riguarda i coniugi che hanno una doppia residenza: non sono più tenuti a pagare l’Imu su entrambi gli immobili in cui vivono ma possono godere della doppia esenzione a patto che entrambi riescano a dimostrare la residenza non sia fittizia.
Particolare attenzione il legislatore, poi, la dedica al disabile o all’anziano che, pur avendo una sola abitazione ha dovuto spostare la residenza in una casa di cura. Anche in questo caso sono richiesti requisiti ben precisi per avere diritto all’esenzione che, tra l’altro, deve essere prevista dalla delibera comunale.
Esenzioni ci sono poi per abitazioni che non sono agibili o abitabili, in fase di ristrutturazione, colpite da eventi sismici, ecc...
Ma in questo articolo ci occupiamo del caso del coniuge che, pur essendo proprietario dell’immobile, ha dovuto lasciarlo a seguito di una sentenza dell’autorità giudiziaria.
Imu separati e divorziati
L’Imu è una imposta dovuta da tutti coloro che hanno un diritto reale sull’immobile e sono esclusi dal pagamento solo gli immobili adibiti ad abitazione principale. I proprietari di un appartamento o di una casa, quindi, sono tenuti al pagamento a meno che l’immobile non sia adibito ad abitazione principale.
Quando due coniugi si separano o divorziano e sono comproprietari di una casa, il coniuge che è costretto a lasciare la casa coniugale deve spostare la sua residenza. L’immobile, per questo coniuge, quindi, non è più adibito ad abitazione principale anche se rimane il diritto reale sull’immobile, visto che ne rimane comproprietario. E questo, potrebbe far pensare, che sia soggetto al pagamento dell’Imu.
Ma l’autorità giudiziaria assegna l’immobile a uno solo dei coniugi stabilendo, di fatto, quale dei due abbia il diritto di abitazione negandolo all’altro. In questo caso l’obbligo del pagamento dell’Imu non è più legato alla proprietà dell’immobile ma al diritto di abitazione.
Solo il coniuge assegnatario dell’immobile, quindi, è tenuto al pagamento dell’Imu, ma se l’immobile non è di lusso, avendo in esso la residenza ed essendo, quindi, abitazione principale, rientra di diritto nell’esenzione dal pagamento.
Il coniuge non assegnatario, invece, pur restando proprietario, rimane come “nudo proprietario” dell’immobile visto che non può nè abitarlo, ma neanche venderlo. E proprio per questo motivo non è tenuto al pagamento dell’Imu.
A chiarire questo punto molto delicato è la la circolare 1/DF del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
© RIPRODUZIONE RISERVATA