Imu 2023, cambiano le esenzioni per pagare le tasse sulla casa e le aliquote dal 2024

Patrizia Del Pidio

17/11/2023

L’ultima manovra ha portato novità per l’Imu per quanto riguarda le aliquote (dal 2024) e le esenzioni. Vediamo come cambiano le regole per quest’anno e le aliquote nel 2024.

Imu 2023, cambiano le esenzioni per pagare le tasse sulla casa e le aliquote dal 2024

Nel 2023 ci sono diverse novità che riguardano il pagamento dell’Imu, introdotte dalla Legge di Bilancio 2023. L’Imu è l’Imposta Municipale Propria, un tributo locale dovuto al Comune da chi possiede beni immobiliari.

L’Imu, in vigore dal 2012, non si applica (dal 2013) all’abitazione principale non di lusso. Da quando, però, l’imposta è stata introdotta è stata oggetto di molte modifiche e, oggi, sono previste diverse esenzioni tra le quali ricordiamo anche quella per coniugi con diversa residenza, introdotta dopo la sentenza 209 del 2022 della Corte Costituzionale.

Le “vecchie” esenzioni per l’Imu

Ci sono delle situazioni che prevedono l’esenzione dal pagamento dell’Imu e nello specifico sono per:

  • immobili di coop edilizie assegnate ai soci come abitazione principale;
  • alloggi sociali;
  • casa coniugale assegnata a uno dei coniugi a seguito di sentenza di separazione, divorzio o scioglimento del matrimonio;
  • unico immobile in possesso del personale delle Forze armate, di polizia o dei vigili del fuoco non concesso in locazione;
  • unico immobile posseduto da cittadini italiani residenti all’estero ed iscritti all’AIRE, pensionati nei Paesi di residenza, a patto che non risulti locato (in questo caso non è prevista un’esenzione ma una riduzione del 50% dell’imposta da versare).

Le nuove esenzioni 2023

Come accennato, la Manovra porta delle novità importanti in fatto di esenzioni dal pagamento dell’Imu. Non è tenuto al pagamento dell’imposta il proprietario il cui immobile sia occupato abusivamente a patto che abbia presentato la denuncia per occupazione abusiva all’autorità giudiziaria. Si tratta di una novità introdotta dalla Legge di Bilancio 2023, ma non ancora resa operativa visto che manca il decreto attuativo della stessa. Per il momento, quindi, i proprietari di immobili occupati possono tentare solo la via legale per non pagare l’imposta o per vedersela ridurre.

La Legge di Bilancio, poi, prevede la proroga dell’esenzione dal pagamento dell’Imu anche per gli immobili situati in territori colpiti da eventi sismici e nello specifico:

  • dal terremoto del 2012 Emilia Romagna, Lombardia e Veneto;
  • per terremoti successivi al 24 agosto 2016 Abruzzo, Marche, Umbria e Lazio.

Nel Friuli Venezia Giulia, infine, l’Imu diventa Imposta Locale Immobiliare Autonoma (Ilia) e per i nuovi immobili di impresa la nuova imposta può essere dedotta per Irpef e Ires (ma non per l’Irap).

Scadenza saldo Imu

L’acconto dell’Imu è stato, ormai, versato entro il 16 giugno 2023 applicando le aliquote dell’anno precedente. Per il saldo, invece, se il Comune delibera nuove aliquote saranno applicate queste ultime, mentre se non delibera entro il 28 ottobre, si applicheranno ancora quelle dell’anno precedente.

Il saldo Imu va versato, come ogni anno, entro il 16 dicembre che, però, quest’anno cadendo di sabato fa slittare la data ultima di pagamento a lunedì 18 dicembre 2023.

Saldo Imu cosa cambia nel 2024?

Con la novità prevista in Legge di Bilancio dal 2024 potrebbe cambiare anche la base di calcolo del saldo Imu. In mancanza di una nuova delibera, infatti, l’Imu da pagare non avrà più lo stesso importo rispetto all’anno precedente. Potrebbe infatti doversi applicare l’aliquota minima nazionale.

Se il Comune, infatti, non procede a una nuova delibera entro ottobre 2024, al saldo Imu non si applicheranno più le aliquote dell’anno precedente, ma sarà calcolato in base alle aliquote base a livello nazionale. Questo, però, potrebbe portare a una riduzione anche dell’acconto di giugno 2024, vediamo perché.

E, quindi, proprio per l’acconto, non sapendo se il Comune procederà a nuova delibera o no entro ottobre, potrebbe applicarsi direttamente anche a giugno l’aliquota minima nazionale, rimandando, poi, a conguaglio il pagamento dell’eventuale somma dovuta per l’aliquota deliberata entro ottobre 2024 dal Comune.

Per capire come si effettuerà il calcolo dell’acconto, però, bisognerà attendere per vedere come si applicherà la novità contenuta nella Manovra il prossimo anno..

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