Incidenti stradali, è vero che chi tampona ha sempre torto?

Ilena D’Errico

15 Giugno 2024 - 23:06

In caso di tamponamento tra veicoli si pensa spesso che la colpa sia sempre di chi stava dietro, ma è poi vero che chi tampona ha sempre torto? Ecco cosa stabilisce la legge.

Incidenti stradali, è vero che chi tampona ha sempre torto?

Il tamponamento non è una fattispecie giuridica, nel senso che nel Codice della strada non viene menzionato espressamente con questa definizione, rientrando piuttosto nella più ampia categoria dei sinistri stradali. Quando si parla di tamponamento, tuttavia, ci si riferisce a un incidente stradale molto specifico, quello in cui si urtano due (o più) mezzi incolonnati. Per esempio, quello davanti frena all’improvviso e il veicolo dietro che gli stava troppo vicino lo colpisce.

Di dinamiche ce ne sono svariate, ma ciò che caratterizza questo incidente è che uno dei veicoli riceve un urto posteriore dall’auto che lo precede. È convinzione comune che in questi casi la colpa sia attribuita in automatico a chi tampona, ma non è proprio così. Chi ha rispettato le norme del Codice della strada può dimostrare la sua innocenza e perfino ottenere un risarcimento dal conducente dell’altro veicolo.

In effetti, tuttavia, è raro che questo accada perché le norme sulla circolazione stradale sono predisposte affinché non accadano incidenti simili, così che i conducenti siano preparati alla reazione anche in caso di imprevisti. Ecco cosa prevede la legge.

Chi tampona ha sempre torto?

Molto spesso in un tamponamento la responsabilità viene attribuita per intero o comunque in maggior parte al veicolo che ha tamponato, quello che si trovava dietro e ha urtato posteriormente l’altro. Ciò non significa, però, che ci sia un automatismo. L’articolo 2054 del Codice civile chiarisce che in caso di sinistro stradale si presume che la colpa sia di tutti i conducenti coinvolti, che condividono la responsabilità dei danni complessivi.

Il concorso di colpa, tuttavia, si supera riuscendo a dimostrare entrambe queste condizioni:

  • aver rispettato il Codice della strada;
  • gli altri conducenti hanno violato le norme di circolazione stradale.

In altre parole, non si può decidere a priori di chi sia la responsabilità di un incidente stradale, se non guardando ai fatti concreti e ai comportamenti che hanno portato all’urto. Quindi non è vero che chi tampona ha sempre torto, anche se ci sono molte probabilità in questo senso.

Perché chi tampona ha sempre torto?

Come anticipato, non è la legge a decidere che chi tampona ha sempre colpa dell’incidente, ma molto spesso è così. Per superare la presunzione di colpa nel sinistro stradale bisogna infatti dimostrare non solo il comportamento imprudente dell’altro conducente ma anche di aver rispettato le norme di circolazione. Il problema è che rispettando le regole del Codice della strada molto difficilmente si causa un tamponamento, poiché si dovrebbe tenere una distanza consona dai veicoli, una velocità adeguata ed essere pronti agli imprevisti.

In particolare, l’articolo 149 del Codice della strada stabilisce quanto segue:

Durante la marcia i veicoli devono tenere, rispetto al veicolo che precede, una distanza di sicurezza tale che sia garantito in ogni caso l’arresto tempestivo e siano evitate collisioni con i veicoli che precedono.

Il rispetto di questa norma permette anche di reagire tempestivamente in caso di frenate brusche e improvvise o altri comportamenti inaspettati da parte degli altri conducenti. L’arresto dell’auto, peraltro, raramente rientra in circostanze straordinarie e imprevedibili, poiché bisogna tenere conto della velocità di marcia, delle distanze, delle segnalazioni.

Ecco perché nella maggior parte dei casi la colpa dell’incidente va a chi ha tamponato, con la Corte di Cassazione che ha perfino riconosciuto l’applicabilità di presunzione di mancato rispetto delle distanze di sicurezza. Sta al conducente, però, provare l’osservanza della normativa.

Chi ha tamponato può essere risarcito?

Chi ha tamponato un altro veicolo può dimostrare di non avere alcuna responsabilità ed essere quindi risarcito. Per riuscire a questo scopo deve innanzitutto provare di aver guidato mantenendo una distanza di sicurezza consona dall’altro veicolo e di aver rispettato i limiti di velocità. Questi ultimi non sono soltanto quelli decisi dalla legge e mostrati dai segnali stradali, ma si devono anche adattare (in senso restrittivo) ai luoghi e alle esigenze di circolazione, ad esempio se c’è molto traffico e poca scorrevolezza potrebbe essere necessario stare ben al di sotto del limite consentito.

Bisogna, inoltre, dar prova che è stato l’altro conducente ad aver violato il Codice della strada con un comportamento pericoloso, come una frenata improvvisa e ingiustificata che non ha consentito all’altro di arrestarsi in tempo. L’onere della prova non è certo semplice, perciò bisognerà affidarsi a testimoni oculari, telecamere e dispositivi satellitari per avvalorare le proprie dichiarazioni.

La giurisprudenza è però concorde nel ritenere che il concorso di colpa o addirittura l’attribuzione dell’intera responsabilità al conducente del veicolo tamponato è possibile soltanto in caso di comportamento anomalo rispetto alla circolazione e alle altre condizioni, compreso il mancato funzionamento delle luci di arresto.

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