Allarme inflazione, stipendi netti in aumento: ecco per chi. La decisione del governo

Emiliana Costa

06/06/2022

Allarme inflazione. La ministra Gelmini ha affermato: «Aumentare gli stipendi netti per proteggere il potere d’acquisto delle famiglie, dei giovani e dei pensionati». Entriamo nel dettaglio.

Allarme inflazione, stipendi netti in aumento: ecco per chi. La decisione del governo

«Aumentare gli stipendi netti per proteggere il potere d’acquisto delle famiglie, dei giovani e dei pensionati». A lanciare l’allarme è la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini che - al Festival dell’Economia di Trento - è tornata a parlare di inflazione e caro energia.

L’obiettivo della misura, per Gelmini, è quello di tutelare le categorie più colpite dall’impennata dei prezzi. E per farlo, secondo la ministra, è necessario intervenire sul costo del lavoro: «Occorre tagliare il costo del lavoro. Va difeso anche il sistema imprenditoriale, le imprese hanno bisogno di un forte taglio del cuneo fiscale». Entriamo nel dettaglio.

«Aumentare gli stipendi netti contro inflazione e caro energia», la posizione di Gelmini

L’allarme inflazione e il caro energia tornano al centro del dibattito politico. La ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini - intervenuta al Festival dell’Economia di Trento - ha parlato di un possibile nuovo taglio del costo del lavoro per tutelare il potere d’acquisto di famiglie, giovani e pensionati.

«Il governo - ha spiegato Gelmini in un’intervista al Messaggero - ha chiaro che il problema dell’inflazione è serio e occorre difendere il potere d’acquisto delle famiglie e dei giovani e dei pensionati. L’aumento dell’inflazione è drogato dal caro energia. Il governo ha stanziato 30 miliardi, gli ultimi 15 recuperando vecchie risorse. Il punto credo sia aumentare gli stipendi netti, tagliando il costo del lavoro. Questo deve essere il percorso, che può trovare allineata anche Confindustria e le associazioni di categoria. Va difeso anche il sistema imprenditoriale. Le imprese hanno bisogno di un forte taglio del cuneo fiscale».

E sul possibile nuovo intervento di taglio del cuneo fiscale come soluzione per la tutela del potere d’acquisto, la ministra Gelmini ha affermato: «Ci sono delle proposte in campo meritevoli di approfondimento. L’idea di Confindustria di intervenire sul versante contributivo con un taglio per due terzi a vantaggio del lavoratore e per un terzo a vantaggio dell’impresa, mi sembra condivisibile».

Non è tutto. Secondo la ministra Gelmini è necessario anche un intervento definitivo sull’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive. «Credo - continua Gelmini - che la manovra che debba riguardare le imprese sia quella sull’Irap. L’Irap la si paga sul valore aggiunto, penalizzando chi il lavoro lo dà e con il paradosso che la devono pagare anche le imprese in perdita. L’Irap è dunque un’imposta da superare, così come ci chiede l’Ue».

La ministra per gli Affari regionali conclude parlando dell’andamento dell’economia nel primo trimestre: «Abbiamo messo in campo dall’inizio dell’anno 30 miliardi di euro senza fare nuovo debito. L’economia nel corso del primo trimestre è andata meglio del previsto. Se è vero che c’è stata una frenata nella produzione industriale, questa è stata probabilmente compensata dall’esplosione dei servizi, che nel 2021 stentavano a ripartire. E l’occupazione ne ha risentito positivamente. Potremmo avere ulteriori spazi di manovra, ma non si può escludere a priori il ricorso a nuovo debito».

Bonus 200 euro contro il caro energia

Il bonus 200 euro rappresenta un provvedimento una tantum per contrastare l’inflazione e il caro energia. La misura è stata introdotta con il decreto Aiuti, presentato dal governo lo scorso 2 maggio. Il decreto contiene «misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi Ucraina».

Il governo Draghi ha stanziato un pacchetto di aiuti da 14 miliardi che riguardano una platea di circa 28 milioni di persone.

La misura principale contenuta nel decreto è proprio il bonus una tantum da 200 euro destinato a lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati e disoccupati con redditi fino a 35 mila euro. Sono stati inclusi tra i beneficiari anche i percettori del reddito di cittadinanza, colf e stagionali.

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