A maggio, l’inflazione è stabile in Italia (+0,8%) ma sale in Europa (al +2,6% dal +2,4%). Ecco perché le stime preliminari IPC potrebbero influire sulle decisioni di politica monetaria della Bce.
L’andamento dell’inflazione in Italia e nell’Eurozona rappresenta un elemento chiave per le prossime decisioni della BCE. Sebbene la stabilità dei prezzi in Italia e l’aumento moderato dell’inflazione nell’Eurozona possano giustificare un taglio dei tassi, le incertezze restano elevate.
La BCE dovrà bilanciare le pressioni inflazionistiche con la necessità di sostenere la crescita economica, in un contesto di alta volatilità dei mercati finanziari.
La decisione che sarà presa la prossima settimana avrà implicazioni significative per l’economia europea e per le strategie di investimento degli operatori di mercato.
Inflazione in Italia
Secondo le stime preliminari di maggio 2024, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,2% su base mensile e dello 0,8% su base annua, mantenendo invariato il tasso di inflazione rispetto al mese precedente. La stabilità dell’inflazione complessiva maschera andamenti differenziati tra i vari aggregati di spesa. In particolare, i prezzi dei beni alimentari lavorati sono diminuiti dal +2,5% al +2,1%, mentre i servizi relativi ai trasporti e all’abitazione hanno visto un rallentamento rispettivamente dal +2,7% al +2,4% e dal +2,8% al +2,6%.
Parallelamente, i prezzi dei beni energetici non regolamentati hanno attenuato la loro flessione, passando dal -13,9% al -13,5%, e i prezzi dei beni energetici regolamentati hanno cessato di diminuire, rimanendo stabili. Tuttavia, i beni alimentari non lavorati hanno registrato una leggera accelerazione dei prezzi, dal +2,2% al +2,3%. Questi andamenti contrastanti hanno determinato una decelerazione dell’inflazione di fondo, che esclude i beni energetici e alimentari freschi, portandola dal +2,1% al +2,0%.
L’inflazione acquisita per il 2024 risulta pari a +0,8% per l’indice generale e a +1,8% per la componente di fondo. L’aumento mensile dell’indice generale è principalmente attribuibile alla crescita dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (+1,5%), dei beni energetici regolamentati (+1,2%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,0%). Questi aumenti sono stati solo parzialmente compensati dalla diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-1,1%) e dei beni durevoli (-0,3%).
Inflazione nell’Eurozona
Nell’Eurozona, l’inflazione annuale dovrebbe attestarsi al 2,6% a maggio 2024, in aumento rispetto al 2,4% di aprile, secondo una stima rapida dell’Eurostat. Questo aumento è stato principalmente trainato dai servizi, che hanno registrato un tasso annuo del 4,1%, rispetto al 3,7% del mese precedente. Anche se i beni industriali non energetici hanno visto un leggero calo dell’inflazione, passando dallo 0,9% allo 0,8%, e i prezzi di alimentari, alcol e tabacco sono diminuiti dal 2,8% al 2,6%, l’energia ha mostrato una leggera ripresa, passando dal -0,6% al +0,3%.
L’inflazione core, che esclude i componenti più volatili come l’energia e gli alimentari freschi, rappresenta un indicatore cruciale per valutare le pressioni inflazionistiche di fondo nell’economia. La BCE monitora attentamente questa misura per determinare la direzione della politica monetaria. Un aumento sostenuto dell’inflazione core potrebbe indicare la necessità di un’azione restrittiva, mentre un rallentamento potrebbe favorire un approccio più accomodante.
La BCE taglierà i tassi la prossima settimana?
La decisione della BCE di tagliare i tassi di interesse la prossima settimana è attesa dai mercati, che hanno scontato un taglio di 25 punti base nella riunione del 6 giugno. Christine Lagarde, presidente della BCE, ha preparato il terreno per questa decisione, indicando che le condizioni economiche attuali giustificano un allentamento della politica monetaria. Tuttavia, le recenti dichiarazioni di alcuni membri del consiglio direttivo e l’analisi dei dati inflazionistici suggeriscono una certa cautela.
Philip Lane, membro esecutivo della BCE, ha dichiarato recentemente che, salvo grandi sorprese, l’attuale contesto economico supporta un taglio dei tassi. Tuttavia, gli economisti di UBS hanno espresso scetticismo riguardo a un ulteriore taglio nella riunione del 18 luglio, indicando che i dati deludenti sull’inflazione di maggio potrebbero non essere sufficienti a cambiare la direzione della politica monetaria della BCE.
Se la BCE dovesse sorprendere i mercati mantenendo invariati i tassi, potrebbe verificarsi una reazione negativa sui mercati finanziari. Una mancata riduzione dei tassi potrebbe causare una diminuzione dei prezzi delle azioni e delle obbligazioni, in quanto gli investitori avrebbero anticipato una politica monetaria più accomodante. In particolare, i titoli di Stato con maggiore durata sarebbero i più colpiti, data la loro sensibilità alle aspettative di politica monetaria.
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