Inflazione o speculazione? Commercianti avvertiti: partono i controlli della Guardia di Finanza

Giorgia Bonamoneta

7 Maggio 2023 - 16:22

Attenzione al prezzo della pasta, il simbolo dell’inflazione o della speculazione delle aziende. Potrebbero partire a breve i controlli della Guardia di Finanza.

Inflazione o speculazione? Commercianti avvertiti: partono i controlli della Guardia di Finanza

Il prezzo del grano duro scende, ma quello della pasta sale. Per capire meglio cosa c’è dietro al fenomeno il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha fatto partire i controlli della Guardia di Finanza. La domanda alla quale si cerca risposta è cosa c’è dietro l’inflazione e se l’aumento del costo è dovuto alla speculazione sui beni di consumo o meno.

Il monitoraggio dei prezzi è iniziato e a questo dovrebbe seguire l’azione della Guardia di Finanza. Il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha confermato la necessità di fare chiarezza sulle dinamiche dei prezzi e sulle presunte pratiche sleali e di speculazione nella filiera della pasta, dalla tavola al consumatore.

Le associazioni dei consumatori chiedono di chiarire la dinamica dei prezzi che solo a marzo ha portato a un aumento del costo della pasta del +17,5% in più rispetto a marzo 2022. Un rincaro, dicono Codacons e associazioni, ingiustificato a fronte del calo del costo della materia e dell’energia. Si prende a esempio il costo della pasta come simbolo dell’economia italiana, perché gli aumenti di un bene presente ogni giorno sulle tavole delle famiglie colpiscono direttamente le tasche e di conseguenza i consumi. Dall’inizio del 2023 si è riscontrata una diminuzione della spesa per i beni di prima necessità. Le famiglie selezionano sempre di più cosa mettere nel carrello, un danno non solo per le famiglie, ma anche per l’economia.

Chiarezza sul costo della pasta: l’inflazione potrebbe essere trainata dalla speculazione

In Italia il prezzo della pasta si attesta intorno ai 2,13 euro al chilo, con città dove si toccano anche i 2,44 euro al chilo. I rincari più alti si sono registrati in Toscana: a Siena si è passati da 1,37 a 2,17 euro (+58,4%), a Firenze l’aumento è stato del 52,8%, a Pistoia del 51,8%. I minori incrementi sono quelli fatti segnare ad Alessandria (+4,6%) e nelle province di Sassari e Napoli (+9,9%).

Aumenti che nel mese di marzo hanno toccato quota +17,5% rispetto allo stesso mese del 2022. Eppure il costo del grano e dell’energia è in calo. Il fenomeno è stato portato all’attenzione del ministero delle Imprese e del Made in Italy. In risposta è iniziato il monitoraggio dei prezzi per raccogliere i dati necessari al lavoro della Guardia di Finanza, che potrebbe a breve iniziare controlli a tappeto per chiarire se dietro l’aumento del costo c’è l’inflazione o la speculazione delle aziende.

Dinamica dei prezzi e criticità della filiera: dove si trova la pasta

Perché la pasta ha un prezzo inflazionato rispetto a energia e materia prima? Il rincaro è apparentemente senza motivazioni e lo credono diverse associazioni dei consumatori. La pasta potrebbe essere presa come esempio dell’economia italiana e della capacità di acquisto dei cittadini. Coldiretti ha ricordato che il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 0,32 euro al chilo, un valore che non copre i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Al contrario il prezzo della pasta è aumentato del doppio rispetto all’inflazione. Si tratta di una distorsione del prezzo che varia di molto da città a città.

Si chiedono quindi chiarimenti sulle dinamiche dei prezzi, fondamentali per una normalizzazione dei prezzi.

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