Inflazione, il calo del gas rallenta la corsa dei prezzi, ma rimane la stangata da 3.000 euro

Giacomo Andreoli

05/01/2023

Il prezzo in discesa del gas naturale interrompe la crescita dell’inflazione in Italia, i prezzi sono in calo anche per il cosiddetto carrello della spesa, dopo mesi di continuo aumento.

Inflazione, il calo del gas rallenta la corsa dei prezzi, ma rimane la stangata da 3.000 euro

Dopo mesi di continuo aumento inizia a calare l’inflazione anche in Italia, dopo i dati positivi di Spagna, Germania e Francia. Insomma, potremmo aver raggiunto davvero il picco. Secondo le stime preliminari dell’Istat sul mese di dicembre 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo aumenta sì dello 0,3% su base mensile, ma “solo” dell’11,6% su base annua, rispetto alla crescita shock del 11,8% registrata lo scorso novembre.

Assieme all’inflazione rallenta anche la crescita del carrello della spesa, con i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona che crescono del 12,6% su base annua contro il 12,7% del mese precedente. Così c’è una discesa per i prodotti ad altra frequenza d’acquisto, che passando da un progresso dell’8,8% a uno dell’8,5%.

Inflazione, quanto sono aumentati i prezzi nel 2022?

In ogni caso nel 2022, secondo l’Istituto di statistica, i prezzi al consumo hanno registrato una crescita in media d’anno dell’8,1%, a livelli mai così alti dal 1985 (quando l’aumento fu del 9,2%). Anche il carrello della spesa resta in ogni caso a una soglia record, che non si registrava dal 1983.

Secondo Coldiretti in tutto il 2022 gli italiani hanno speso quasi 13 miliardi in più per acquistare cibi e bevande, in un contesto di aumento dei costi dovuto alla guerra in Ucraina che fa soffrire l’intera filiera, dai campi alle tavole. In generale, secondo l’Unione nazionale Consumatori, per una famiglia con due figli, l’aumento del costo della vita è costato lo scorso anno ben 2766 euro.

Perché l’inflazione è in calo?

Il rallentamento di oggi, comunque, è dovuto come nel resto d’Europa al calo dei prezzi dell’energia. Nelle ultime settimane il prezzo del gas al Ttf di Amsterdam è sceso drasticamente ed essendo il gas il primo fattore di aumento dell’inflazione, la curva dell’aumento dei prezzi comincia la sua discesa.

Secondo l’Istat a dicembre i beni energetici, pur mantenendo una crescita molto sostenuta, passano da un aumento del 67,6% su base annua a uno del 64,7%. Il calo più evidente riguarda la componente non regolamentata (dal 69,9% al 63,3%). Si assiste invece a un’accelerazione dei prezzi degli energetici regolamentati (da un aumento del 57,9% a uno del 70,3%).

Le previsioni sull’andamento dei prezzi nel 2023

Come dimostrano questi dati il calo del prezzo del gas è molto lento. Quello che conterà davvero, infatti, oltre i prezzi giornalieri spot, è la media dei prossimi mesi.

In seconda battuta bisognerà vedere se caleranno i prezzi di tutte le altre materie prime e come si muoverà il valore del petrolio sui mercati internazionali. Saranno poi decisive le mosse delle banche centrali americana ed europea.

In tal senso Gita Gopinath, il numero due del Fmi, in un’intervista al Financial Times, ha detto che l’inflazione, almeno negli Stati Uniti, non ha ancora voltato pagina ed è troppo presto per la Fed per dichiarare vittoria nella lotta al caro prezzi. Gopinath ritiene quindi che la banca centrale americana debba andare avanti con i rialzi dei tassi e la sua politica monetaria restrittiva, fino a quando non ci sarà un “durevole calo dell’inflazione”.

Cala il risparmio, sale la pressione fiscale

Sempre l’Istat, poi, rileva nel terzo trimestre del 2022 è aumentato il reddito delle famiglie dell’1,9% rispetto al trimestre precedente e i consumi sono cresciuti del 4,1%. Tuttavia la propensione al risparmio, stimata attorno al 7%, è scesa a livelli inferiori rispetto al periodo pre-Covid.

Sale, invece, la pressione fiscale, che sempre nel terzo trimestre del 2022 è arrivata al 42,7%, in aumento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Infine è stato censito il numero di senzatetto in Italia. Nel 2021 erano 96.197 i senza fissa dimora iscritti all’anagrafe, un numero probabilmente sottostimato, ma comunque già allarmante.

Di questi, solo il 38% è straniero, provenienti in oltre la metà dei casi dall’Africa. Si tratta perlopiù di uomini e con un’età media di 41,6 anni, che si innalza a 45,5 anni per gli italiani.

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