Dai dati dell’inflazione Usa alle stime su cosa farà la Fed fino ai numeri del commercio cinese: questi i driver delle azioni di oggi, mentre gli investitori cercano di capire dove andranno i mercati.
Le borse asiatiche salgono, mentre gli investitori sperano nel rallentamento dell’inflazione statunitense, con lo yen che ha intanto toccato il massimo di sette mesi e i rendimenti delle obbligazioni giapponesi hanno superato l’obiettivo della banca centrale.
Sono diversi i fattori che influenzano in queste ore gli scambi: dalle nuove prospettive sulla politica di rialzo tassi della Fed, vista più morbida, ai dati cinesi su import/export fino alle aspettative di un’inflazione in rallentamento generale negli Usa e non solo.
Non c’è dubbio che nei mercati l’inflazione Usa e la Cina restano le indiscusse protagoniste.
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Le società tecnologiche quotate a Hong Kong hanno oscillato tra guadagni e perdite durante gli scambi, con gli investitori che hanno digerito un rapporto secondo cui la Cina intende acquisire “azioni d’oro” nelle unità locali di Alibaba e Tencent, una mossa che potrebbe dare al governo un maggiore controllo del settore strategico.
La Cina è protagonista oggi anche per la lettura dei dati sul surplus commerciale: le esportazioni sono diminuite bruscamente a dicembre con il rallentamento della domanda globale, evidenziando i rischi per la ripresa economica del Paese quest’anno, ma un calo più modesto delle importazioni ha rafforzato le previsioni di una lenta ripresa della domanda interna nei prossimi mesi.
Riflettendo la vacillante domanda mondiale, le spedizioni in uscita verso gli Stati Uniti sono diminuite del 19,5% a dicembre, mentre quelle verso l’UE sono calate del 17,5%, secondo i calcoli di Reuters basati sui dati ufficiali.
Nonostante il forte ribasso delle esportazioni negli ultimi mesi, l’export totale della Cina è cresciuto del 7% nel 2022, grazie al suo robusto commercio con le nazioni del Sud-est asiatico e al boom delle esportazioni di veicoli elettrici. Le importazioni sono diminuite del 7,5% il mese scorso, moderandosi rispetto al calo del 10,6% di novembre e migliore del previsto calo del 9,8%.
Il surplus commerciale della Cina nel 2022 ha raggiunto comunque il picco storico di 877,6 miliardi di dollari, il più alto dall’inizio dei record nel 1950, rispetto ai 670,4 miliardi di dollari del 2021.
Negli Usa, gli investitori hanno risposto all’inflazione in rallentamento abbassando le aspettative sui tassi di interesse. Un aumento della Federal Reserve di 25 punti base anziché 50 il mese prossimo è ora previsto quasi come certo e i mercati dei futures hanno scontato diversi tagli dei tassi quest’anno.
Il dollaro è scivolato, i titoli del Tesoro Usa sono saliti e gli asset considerati rischiosi, come azioni e criptovalute, sono aumentati.
Tuttavia, alcuni analisti hanno lanciato una nota di cautela poiché l’inflazione dei servizi rimane vischiosa e i politici della Fed stanno ribadendo che c’è in vista un rallentamento dei rialzi, non un perno per i tagli.
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