Inflazione Usa rallenta: quale messaggio per la Fed?

Violetta Silvestri

10/08/2022

Il tanto atteso aggiornamento sull’inflazione Usa è arrivato e ha registrato un aumento dei prezzi in frenata rispetto al dato annuale precedente. Cosa significa per la Fed questo rallentamento?

Inflazione Usa rallenta: quale messaggio per la Fed?

L’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è aumentato dell’8,5% su base annua a luglio, un rialzo annuale più lento rispetto a giugno, poiché le pressioni inflazionistiche si sono attenuate sulla scia del calo dei prezzi della benzina.

I dati sull’IPC non hanno mostrato alcun cambiamenti mensile tra giugno e luglio, rispetto al +1,3% registrato un mese fa. Le pressioni inflazionistiche di fondo rimangono comunque elevate, mentre la Federal Reserve valuta se proseguire con un altro rialzo dei tassi importante a settembre.

Prezzi al consumo Usa sotto la lente: la Fed può ammorbidirsi?

Le cifre riportate nella lettura dell’inflazione Usa di luglio sono migliori rispetto alle aspettative degli economisti, che stimavano un aumento dello 0,2% dell’IPC su base mensile e dell’8,7% all’anno.

Gli incrementi, invece, sono stati più modesti, anche se l’inflazione media è ancora vicina ai massimi degli ultimi 40 anni.

I futures sulle azioni di Wall Street sono balzati dopo la lettura dei risultati, con contratti che replicano l’ampio indice S&P 500 in aumento dell’1,6%. Quelli che seguono l’indicatore Nasdaq 100, che comprende azioni tecnologiche più sensibili ai cambiamenti nelle aspettative sui tassi di interesse, hanno aggiunto il 2,2%.

Anche i titoli di Stato statunitensi sono balzati, con il rendimento del buono del Tesoro a 10 anni – un indicatore degli oneri finanziari in tutto il mondo – che è sceso di 0,1 punti percentuali a poco meno del 2,7%.

I trader hanno iniziato a prezzare aumenti minori dei tassi di interesse dalla Fed nei prossimi mesi. Prima del rapporto, il mercato dei futures prevedeva che la banca centrale alzasse i tassi al 3,6% entro la fine dell’anno. Le aspettative sono ora al 3,4%. Anche le scommesse che la Fed avrebbe aumentato i tassi di 0,75 punti percentuali durante la riunione politica di settembre sono diminuite.

I dati sull’inflazione sono stati pubblicati dopo il forte rapporto sull’occupazione di venerdì della scorsa settimana, che ha scacciato i timori di una recessione a breve termine, ma ha suggerito che la Fed stava lottando per raffreddare l’economia surriscaldata.

Il risultato, inoltre, arriva mentre l’amministrazione del presidente Joe Biden e i Democratici del Congresso hanno celebrato il passaggio al Senato di un disegno di legge da 700 miliardi di dollari su clima, tasse e assistenza sanitaria che rappresenta un pilastro cruciale dell’agenda economica.

I riflettori, comunque, rimangono accesi sulle possibili mosse di Powell e dei funzionari della banca centrale. La Fed ha indicato che saranno necessari diversi ribassi mensili della crescita dell’IPC prima di arrendersi all’inasprimento della politica monetaria sempre più aggressivo, che ha attuato per domare l’inflazione attualmente ai massimi da quattro decenni.

I prezzi al consumo negli Stati Uniti sono aumentati a causa di una serie di fattori, tra cui le catene di approvvigionamento globali stressate, il massiccio stimolo del governo all’inizio della pandemia e l’invasione russa dell’Ucraina.

Il cibo è una componente dell’IPC che è rimasta elevata a luglio, con un aumento dell’1,1% il mese scorso dopo essere salito dell’1,0% a giugno. Questo significa che la banca centrale potrebbe non essere ancora sicura di abbandonare il suo approccio da falco.

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