Insegnanti: il lavoro fuori dall’orario di servizio sarà riconosciuto nello stipendio

Simone Micocci

23 Ottobre 2017 - 13:12

L’Atto di Indirizzo Scuola risolve il problema del lavoro sommerso degli insegnanti: le ore spese per le attività funzionali all’insegnamento saranno riconosciute dal contratto.

Insegnanti: il lavoro fuori dall’orario di servizio sarà riconosciuto nello stipendio

Insegnanti, riconosciuto il lavoro sommerso con il rinnovo del contratto? Nei giorni scorsi l’Aran ha ricevuto l’Atto di Indirizzo sulla base del quale verterà il rinnovo del contratto per il personale della scuola.

Come vi abbiamo anticipato la scorsa settimana nell’Atto di Indirizzo Scuola sono stati stabiliti i criteri con i quali si procederà con l’aumento di stipendio per gli insegnanti. Confermato l’aumento - da molti sindacati definito “misero” - di 85 euro lordi, assegnati in base al merito e al reddito dei dipendenti.

Ma nell’Atto di Indirizzo c’è un altro aspetto che merita di essere approfondito, ossia quello relativo al lavoro sommerso degli insegnanti.

Insegnanti e il problema del lavoro sommerso

Lo scorso marzo un report pubblicato dalla giunta provinciale del Trentino Alto Adige ha confermato quanto la maggior parte dei docenti sostengono da anni: l’insegnante lavora il doppio rispetto all’orario indicato nel proprio contratto.

Nell’orario di lavoro, infatti, non sono comprese le ore che i docenti spendono per la preparazione delle lezioni, per la correzione dei compiti in classe o per il loro aggiornamento. Tutte attività necessarie per chi svolge la professione d’insegnante, ma non riconosciute a livello contrattuale.

Questo significa che anche se il CCNL Scuola stabilisce che gli insegnanti della scuola secondaria non possono essere impiegati per più di 18 ore di lezione settimanali (25 quelli dell’infanzia, 22 per la scuola primaria) in realtà questi lavorano per almeno il doppio delle ore.

Naturalmente è impossibile includere il lavoro sommerso nelle 18 ore di lezione, né tanto meno quantificare con esattezza per quante ore i docenti sono impiegati per le attività funzionali all’insegnamento.

Tuttavia è importante - come chiedono da anni i sindacati - riconoscere ai docenti una valorizzazione per il loro lavoro svolto extra lezione e molto probabilmente ciò avverrà con il rinnovo del contratto.

L’Atto di Indirizzo Scuola riconosce il lavoro sommerso degli insegnanti

Con il rinnovo del contratto - per il quale le trattative sono appena riprese - si procederà con il colmare questo importante vuoto normativo.

Come si legge nell’Atto di Indirizzo - firmato di concerto dalla Ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli e da quella della Pubblica Amministrazione Marianna Madia - nel prossimo CCNL Scuola dovrà essere declinato l’impegno extra dei docenti, ossia il tempo necessario per il completamento di tutte le attività funzionali all’insegnamento.

Correzione dei compiti in classe, preparazione della lezione, aggiornamento professionale: tutte queste attività dovranno essere riconosciute nel contratto come impegno lavorativo dei docenti.

Gli insegnanti non saranno pagati solo per le eventuali 18 ore di lezione, ma anche per le attività extra scolastiche funzionali all’insegnamento. Nel prossimo CCNL Scuola, quindi, bisognerà indicare con maggiore “veridicità l’impegno lavorativo dei docenti”, considerando il tempo impiegato per le attività didattiche, per la valutazione degli alunni e per il costante rapporto con le famiglie.

L’orario di insegnamento non cambia

Questo non significa che l’orario di insegnamento subirà delle variazioni (confermate le 18 ore per la scuola secondaria) ma solo che sarà riconosciuto - come se fosse una sorta di straordinario - il tempo impiegato per lo svolgimento di altre attività.

Come si legge nell’Atto di Indirizzo, infatti, con il rinnovo del contratto bisognerà “considerare nel profilo dei docenti di tutti i gradi di istruzione ogni attività degli stessi svolta”, mantenendo però i livelli del “vigente orario obbligatorio di insegnamento”.

L’amministrazione ha posto le basi per la soluzione del problema sommerso, adesso spetterà ai sindacati presenti al tavolo della contrattazione far sì che che le promesse fatte si tramutino in realtà e che l’impegno degli insegnanti corrisponda con un aumento di retribuzione.

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