Visto quanto stabilito dal D.Lgs 66/17, l’insegnante di sostegno precario può essere confermato nell’anno scolastico successivo: a decidere saranno i genitori insieme al Dirigente Scolastico.
Il precariato è un problema che da anni affligge la scuola pubblica dove gli insegnanti impiegano diversi anni prima di ottenere una cattedra di ruolo (e non è neppure scontato che ciò accada). Un problema che non risparmia neppure gli insegnanti di sostegno tra i quali il tasso di precariato è altissimo.
A rimetterci non sono i soli docenti; ci sono classi, infatti, dove gli insegnanti cambiano ogni anno e ciò inevitabilmente influisce in maniera negativa sull’istruzione. La continuità didattica, infatti, è un presupposto dal quale non si può prescindere se si vuole dare una corretta formazione agli studenti italiani.
La continuità didattica assume un valore ancora più importante nell’ambito del sostegno; viste le tante difficoltà che devono affrontare gli studenti con disabilità e il tempo che gli insegnanti impiegano per comprendere le loro esigenze, infatti, è fondamentale garantire a questi alunni lo stesso insegnante per tutto il ciclo di istruzione.
A tal proposito con la riforma del sostegno - in vigore dall’anno scolastico 2017-2018 - è stata introdotta un’importante novità: in determinati casi i genitori di un bambino con difficoltà nell’apprendimento possono presentare una richiesta alla scuola per chiedere che al proprio figlio venga assegnato lo stesso supplente dell’anno scolastico precedente.
Una novità introdotta non tanto per tutelare i precari del sostegno, quanto per assicurare la continuità didattica-educativa degli alunni, un diritto fondamentale per tutti gli studenti figuriamoci per quelli affetti da un disturbo per il quale è riconosciuto il sostegno.
Ecco perché nella riforma del sostegno è stata data molta importanza alla continuità didattica; è bene specificare però che il Dirigente Scolastico non è obbligato ad assumere il “vecchio” supplente, ma deve farlo solamente qualora ne rilevi la necessità.
Saranno i genitori - e non gli insegnanti - a presentare la richiesta, compilando il modulo preposto. A tal proposito il CIIS (Coordinamento Insegnanti Italiani di Sostegno) ha pubblicato il modello Fac-Simile da utilizzare per presentare la richiesta di conferma al Dirigente Scolastico, con la speranza che questo accolga l’appello presentato dai genitori.
Mantenendo le linee guida del modello pubblicato del CIIS abbiamo elaborato un nuovo Fac-Simile - utilizzabile così anche per l’a.s. 2018-2019 - che potete scaricare di seguito.
Insegnanti di sostegno precari: il futuro è in mano ai genitori?
La riforma del sostegno, quindi, lascia ai genitori l’iniziativa della richiesta di continuità didattica; sono questi infatti a dover presentare la domanda al Dirigente Scolastico chiedendogli di assegnare la supplenza allo stesso docente precario che nell’anno scolastico 2017-2018 è stato affiancato a loro figlio.
Il futuro del docente precario, quindi, è in mano a genitori e al Dirigente Scolastico, poiché è quest’ultimo a dover valutare l’effettiva necessità dell’alunno nell’essere affiancato dallo stesso insegnante di sostegno. Solamente se sussistono le condizioni per la garanzia della continuità didattica potrà esserci la conferma del docente.
Nel dettaglio, il D.Lgs 66/17, precisamente nell’articolo 14 “Continuità del progetto educativo e didattico” il Dirigente Scolastico deve valutare la necessità della continuità didattica nel caso specifico, secondo “l’interesse della bambina o del bambino, dell’alunna o dell’alunno, della studentessa o dello studente”.
A tal proposito, nella richiesta i genitori dovranno confermare che l’insegnante di sostegno ha “contribuito a favorire i processi di apprendimento, di socializzazione, di relazione e di comunicazione di nostro/a figlio/a, stabilendo con lui e con i suoi compagni di classe un’intesa positiva”.
Se il Dirigente Scolastico a sua volta accerterà la necessità dello studente nell’essere seguito dallo stesso docente, proporrà al supplente - non prima dell’avvio delle lezioni - di prolungare per un altro anno il contratto a tempo determinato.
Insomma, la continuità del progetto educativo e didattico è in mano a genitori e DS; l’insegnante di sostegno precario non deve far altro che incrociare le dita e sperare che quanto fatto di buono nell’anno scolastico precedente sia stato riconosciuto dai genitori.
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