Iptv, 11 arresti e un’intera organizzazione specializzata nello streaming illegale sgominata: cosa rischiano i 22 milioni di utenti dopo la maxi operazione della Procura di Catania.
Iptv e streaming illegale, non si ferma l’attività di contrasto da parte delle forze investigative: questa volta a essere stata sgominata è stata un’organizzazione che operava in buona parte dell’Europa raggiungendo qualcosa come 22 milioni di persone.
La Polizia di Stato ha eseguito undici arresti a seguito dell’operazione Taken Down condotta dalla Procura di Catania; per gli inquirenti sarebbe stata smantellata la più grande rete di streaming illegale a livello internazionale.
Come riferisce Adnkronos, la Polizia Postale ha effettuato 89 perquisizioni in quindici regioni italiane e, con la collaborazione delle forze di polizia straniere, 14 perquisizioni nei confronti di 102 persone nel Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania e Croazia.
Tutti gli arresti sono stati effettuati dalla polizia croata, con l’operazione che è scattata proprio durante il ritorno della Champions League, con il mondo del calcio che da tempo ha dichiarato guerra alle Iptv e allo streaming illegale in generale.
Visti i tanti utenti di questa organizzazione appena sgominata dalla Polizia - ben 22 milioni in tutta Europa -, una domanda sorge spontanea: cosa rischiano adesso i clienti delle Iptv e chi usufruisce dello streaming illegale?
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Iptv e streaming illegale: cosa rischiano gli utenti dopo la maxi operazione
Questi sono i numeri della maxi operazione della Procura di Catania contro le Iptv e lo streaming illegale: 11 arresti, 102 persone indagate e 22 milioni di utenti che ora si staranno chiedendo cosa rischiano.
Al momento non sono noti i particolari di questa operazione che saranno svelati in mattinata durante una conferenza stampa, ma in Italia da tempo sono note le sanzioni per chi usufruisce delle Iptv illegali.
Per gli utenti infatti sono previste multe da un minimo di 150 fino a un massimo di 5.000 euro; i gestori di servizi che non segnalano le attività illegali di cui vengono a conoscenza rischiano invece fino a un anno di carcere.
Inoltre bisogna ricordare che la diffusione di contenuti protetti da copyright, senza licenza e per fini di lucro, resta un reato punibile con la reclusione da 6 mesi fino a 3 anni, oltre alla multa da 2.582 a 15.493 euro.
Nonostante le continue operazioni contro lo streaming illegale, a giugno è stato stimato che le Iptv illecite sono utilizzate da circa 11,8 milioni di italiani, molti dei quali ora potrebbero temere di essere ricollegati in qualche modo all’operazione condotta dalla Procura di Catania.
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