Erdogan punta alla rinascita islamista della Turchia. Con la conversione della Basilica di Santa Sofia in moschea il messaggio è chiaro: no alla secolarizzazione. C’è pericolo per l’Europa?
Erdogan vuole una Turchia islamica potente. Questo emerge dall’ultima controversa decisione di convertire la Basilica di Santa Sofia, finora museo, in moschea.
Il messaggio lanciato dal presidente turco è politico e rivolto non solo ai suoi connazionali, specialmente ai sostenitori religiosi conservatori. La mossa ha inevitabili ripercussioni anche per l’Europa, intesa come singoli Stati - la Grecia è già sul piede di guerra - e come Unione Europea.
Per molti analisti, anche a livello internazionale, la decisione di Erdogan è allarmante perché testimonia che uno Stato turco sempre più islamista e meno secolare e tollerante si sta facendo strada. In Europa e nel mondo.
La svolta islamica di Erdogan
I riflettori del mondo sono tutti puntati sulla Turchia e su quanto appena accaduto: Hagia Sophia (per i cristiani Basilica di Santa Sofia) di Istanbul sarà aperta al culto musulmano dal 24 luglio, dopo che un tribunale ha stabilito che la conversione dell’edificio in un museo era illegale.
La cattedrale bizantina ha visto il suo status cambiare in due occasioni precedenti nel millennio passato, entrambi punti cruciali per la regione.
L’edificio fu trasformato da una chiesa cristiana in una moschea dopo la conquista ottomana di Costantinopoli, ora Istanbul, e da moschea a museo nel 1934, come parte degli sforzi di Mustafa Kemal Ataturk per secolarizzare la sua nuova Repubblica turca.
La sentenza del tribunale che ha di fatto annullato la mossa di Ataturk ha dato all’islamista Erdogan l’opportunità di inquadrare il fatto come storico per la nazione.
E ha reso evidente la direzione che il presidente vuole dare alla sua politica nazionale (e nazionalista). La sintesi dello scrittore turco Orhan Pamuk è eloquente al riguardo:
“Trasformare [Hagia Sophia] in una moschea significa dire al resto del mondo: Purtroppo non siamo più secolari. Ci sono milioni di turchi secolari come me che stanno piangendo contro questa decisione, ma le loro voci non vengono ascoltate.”
Tradotto, significa che Erdogan sta costruendo una Turchia arroccata sul nazionalismo islamico, strumentalizzato per costruire un’identità nazionale sempre più in contrasto con i nemici: Europa, Stati Uniti, Russia.
In questo modo il “sultano” vuole andare avanti con le sue battaglie per conquistare il Mediterraneo, la Libia, le risorse energetiche europee.
L’Europa minacciata dalla Turchia: ecco perché
Le reazioni alla mossa turca, difesa da Erdogan come espressione del diritto sovrano nazionale, sono state piuttosto preoccupate.
Il sentore diffuso è che la decisione, seppur simbolica, sia una dichiarazione esplicita di sfida alle altre religioni, alla convivenza con le diversità nella regione, ai valori occidentali ed europei.
Per la Grecia, per esempio, la Basilica ha avuto finora un significato speciale, in quanto uno dei più importanti monumenti cristiani ortodossi.
Il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha condannato la decisione, affermando che riguardava non solo “le relazioni della Turchia con la Grecia, ma anche le quelle con l’Unione europea, l’Unesco e la comunità globale”.
Le tensioni tra i due Paesi sono già altissime per i diritti all’esplorazione energetica nel Mediterraneo.
Anche Joseph Borrel, rappresentante Affari esteri UE, ha espresso sconcerto e disapprovazione per la sentenza del Consiglio di Stato turco che rovescia “una delle decisioni più importanti della Turchia moderna” .
Un errore anche per Russia e Stati Uniti.
L’opinione diffusa è che la decisione renda più intransigente, autoritaria e pericolosa la politica di Erdogan, soprattutto contro l’Europa, coinvolta nelle relazioni con la Turchia per affari importanti di tipo economico, energetico e di gestione immigratoria.
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