Netanyahu ha davanti una occasione irripetibile, un intero mese in cui gli USA, sono in campagna elettorale, con Trump allineato al disegno di Netanyahu come ha dichiarato l’altro giorno il genero.
Tre giorni fa, Netanyahu ha fatto questa dichiarazione “Quando l’Iran sarà finalmente libero e quel momento arriverà molto prima di quanto la gente pensi, tutto sarà diverso. I nostri due popoli antichi, il popolo ebraico e il popolo persiano, saranno finalmente in pace”. A chi si rivolgeva? In primis, al popolo iraniano in tutta evidenza, secondariamente stava dando un annuncio.
Questo annuncio seguiva quello del discorso all’ONU di qualche giorno prima, un discorso che sebbene i più si aspettassero un giocare in difesa per giustificare le numerose azioni fuori di qualsiasi buona norma di equilibrio geopolitico, l’israeliano aveva condotto fieramente in attacco. Come in attacco Israele ed il suo premier sono da un anno.
Netanyahu, all’ONU, ha mostrato una cartina nella quale l’area di influenza politica e militare iraniana (Iran, Iraq, Siria, Yemen, Hamas), tutta nera, era definita “the curse” ovvero “la maledizione” ovvero la causa di tutti i problemi ed instabilità del Medio Oriente altrimenti votato a pacifiche relazioni si cambio commerciale tra arabo sunniti ed il suo paese mediterraneo, il famoso progetto “Accordi di Abramo-Via del Cotone”. Cercando così di rinfocolare lo storico dissidio sciiti-sunniti faticosamente ricucito dai cinesi negli ultimi tempi. [...]
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