Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha dichiarato che “Israele è nel pieno della terza guerra mondiale contro l’Iran e l’Islam estremista”. Cosa farà ora Hezbollah?
“ Israele è nel pieno della terza guerra mondiale contro l’Iran e l’Islam estremista ”. Alla vigilia di quella che potrebbe essere la giornata cruciale per capire il futuro della Terra Santa, in una cerimonia a Gerusalemme il nuovo ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha voluto inaugurare con queste parole il suo mandato.
Il triste sentore è che l’operazione in corso contro Hamas nella striscia di Gaza - dove ieri si sono superati i 22.000 morti in gran parte donne e bambini - sia soltanto l’antipasto di una terza guerra mondiale che, come fatto intendere da Katz, potrebbe coinvolgere tutto il Medio Oriente.
L’uccisione da parte di Israele prima del generale iraniano Razi Moussavi e poi del numero due di Hamas Saleh al-Arouri, colpiti rispettivamente in Siria e a Beirut, sono stati due chiari messaggi che lo Stato ebraico ha voluto inviare all’Iran, il tutto mentre Teheran è in stato di massima allerta anche per quello che sta succedendo nel Mar Rosso dove ci sono stati i primi scontri tra la Marina americana e i ribelli yemeniti Houthi.
In questo scenario c’è grande attesa per il discorso del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah, con il Partito di Dio libanese che ha dichiarato di avere “la mano sul grilletto” per vendicare la morte di Saleh al-Arouri e delle altre persone uccise da un drone israeliano nel raid di Beirut.
Quello che dirà oggi Hassan Nasrallah sarà molto importante per un semplice motivo: una terza guerra mondiale in Medio Oriente potrebbe scoppiare solo se le schermaglie militari tra Israele ed Hezbollah in corso dallo scorso 7 ottobre dovessero trasformarsi in un vero e proprio conflitto.
Israele pronto a una terza guerra mondiale?
Quando si parla di una possibile terza guerra mondiale che partendo dalla Terra Santa potrebbe espandersi a tutto il Medio Oriente con il concreto rischio di dilagare anche fuori dalla Regione, si deve partire da una domanda: dopo i fatti del 7 ottobre, cosa intende Tel Aviv quando afferma che il suo obiettivo è quello di garantire una sicurezza duratura per Israele?
In questo momento Israele è in guerra contro Hamas, con gli Stati Uniti che hanno mobilitato in zona un numero straordinario di uomini, navi e aerei, per “coprire le spalle” agli alleati. Finora gli americani si sono limitati ad attacchi mirati contro miliziani in Iraq, Siria e nello Yemen, con anche l’Italia insieme ad altri Paesi occidentali che ha mandato una fregata per prendere parte all’operazione Prosperity Guardian nel Mar Rosso per prevenire gli attacchi a navi commerciali da parte dei ribelli Houthi.
Una presenza importante quella degli Usa che avrebbe come scopo principale quello di marcare stretto l’Iran, alleato di ferro di Hamas e degli Houthi ma soprattutto di Hezbollah che tiene puntati qualcosa come 150.000 missili contro Israele.
Se Hamas è sacrificabile per Teheran lo stesso discorso non può valere per Hezbollah perché se anche la milizia libanese dovesse essere indebolita da Israele, a quel punto lo Stato ebraico - che è una potenza nucleare anche se non lo ha mai ufficializzato - non avrebbe più la pistola puntata alla tempia rappresentata dai missili libanesi e potrebbe sentirsi libera di colpire in qualsiasi momento il suo vero grande nemico: l’Iran.
Tutto dipende da Hezbollah
Per sentirsi veramente sicura Israele dovrebbe sconfiggere prima Hamas, poi Hezbollah e infine l’Iran magari anche solo rovesciando l’attuale regime iraniano. Se questo fosse veramente lo scopo di Benjamin Netanyahu allora dovremmo iniziare veramente a preoccuparci per una terza guerra mondiale in Medio Oriente.
Fino a quando Israele si limiterà a combattere Hamas non facendosi scrupoli di perpetrare una carneficina tra i civili della striscia di Gaza, l’Iran non muoverà un dito per aiutare i “fratelli” palestinesi soprattutto per evitare una dura reazione da parte delle truppe americane dislocate in zona.
Lo stesso discorso potrebbe valere anche per i ribelli yemeniti, ma tutto potrebbe cambiare se invece dovesse scoppiare una guerra aperta tra Israele ed Hezbollah: ecco perché il discorso che farà oggi il leader della milizia libanese Hassan Nasrallah sarà così importante.
Israele finora non sembrerebbe temere una terza guerra mondiale “contro l’Iran e l’Islam estremista” come dichiarato dal suo ministro, anche se le conseguenze per lo Stato ebraico potrebbero essere ben più pesanti rispetto a quello che è successo lo scorso 7 ottobre.
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