Italia: giugno mese pessimo per questo settore. C’è un allarme per la ripresa?

Violetta Silvestri

3 Luglio 2023 - 13:00

Secondo la lettura del Pmi manifatturiero di giugno, le industrie italiane sono in difficoltà. Cosa può accadere alla ripresa nazionale e quanto si sta indebolendo?

Italia: giugno mese pessimo per questo settore. C’è un allarme per la ripresa?

Tegola sulla ripresa economica in Italia: gli ultimi dati hanno evidenziato che giugno è stato un mese molto difficile per l’industria.

Le fabbriche italiane, infatti, hanno avuto il loro mese peggiore dall’apice dei blocchi pandemici all’inizio del 2020, aggiungendo preoccupazioni che la terza economia più grande della zona euro debba affrontare un forte rallentamento.

L’economia italiana è andata meglio del previsto all’inizio dell’anno, crescendo dello 0,6% nel primo trimestre. Tuttavia, negli ultimi mesi i tassi di interesse più elevati della Banca centrale europea e l’indebolimento della domanda globale hanno depresso l’attività industriale, anche se i servizi e la fiducia dei consumatori rimangono solidi.

Con un’inflazione in rallentamento, ma non così veloce nell’indice core supervisionato dalla Bce, la fragilità del debito pubblico sempre elevato, gli ostacoli sulla strada del Pnrr, l’Italia può ancora deludere. Intanto, c’è una prima allerta sul Pmi manifatturiero.

Italia: quale allarme dal manifatturiero sulla ripresa?

L’indice dei responsabili degli acquisti del settore manifatturiero in Italia, compilato da S&P Global, è sceso a 43,8 a giugno da 45,9, ben al di sotto della stima più bassa in un sondaggio di economisti di Bloomberg. Una lettura inferiore a 50 indica che la produzione industriale è in contrazione.

Un crollo della produzione industriale potrebbe alimentare ulteriori critiche alla politica monetaria della Bce da parte del governo. La scorsa settimana, Giorgia Meloni ha sollevato la questione del rialzo dei tassi da parte dell’Eurotower, in quella che ha descritto come “una ricetta semplicistica” per combattere l’inflazione, che può avere più effetti dannosi che benefici.

Le prove del deterioramento della produzione italiana, comunque, confermano l’opinione di Confindustria, la principale associazione imprenditoriale italiana, che la scorsa settimana ha dichiarato che l’economia sta mostrando un rallentamento.

“Il rallentamento della produzione probabilmente continuerà perché anche i nuovi ordini stanno diminuendo drasticamente”, ha affermato S&P Global. Mentre il calo più rapido dei costi delle materie prime dall’aprile 2009 potrebbe avvantaggiare le aziende, è probabile che sia un segnale di ulteriori guai.

“La recessione dell’industria italiana, in cui il settore è entrato nella seconda metà del 2022, sembra aggravarsi”, ha affermato Tariq Kamal Chaudhry Economist presso la Hamburg Commercial Bank. “È probabile che l’entusiasmo per il calo dei prezzi dei fattori di produzione e il lavoro arretrato sia attenuato perché è diventato principalmente un’espressione di una marcata debolezza della domanda.

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