Che fine ha fatto la legge sulla cittadinanza? Verrà approvata entro la fine della legislatura? Money.it ha provato a capirlo parlando con gli esponenti di Pd, 5 Stelle, Forza Italia e Italia Viva.
La strada era in salita già da prima. Il percorso che avrebbe dovuto portare all’approvazione della legge sulla cittadinanza - definita, attraverso una semplificazione, ius soli - è ora più contorto che mai. E di certo l’affossamento del ddl Zan con il voto della tagliola al Senato non fa altro che complicare ulteriormente la situazione.
Non solo perché la discussione sulla legge contro l’omotransfobia ha acuito le divergenze, ma anche perché un accordo politico sul tema sembra lontano e i numeri non stanno - almeno non del tutto - dalla parte di chi vorrebbe arrivare all’approvazione della legge sulla cittadinanza. Ma, intanto, che fine ha fatto la discussione sul tema? Quali sono le posizioni dei partiti? E quante sono le possibilità che lo ius soli (o ius culturae o ancora ius scholae) venga approvato entro la fine della legislatura?
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La discussione sullo ius soli al momento è ferma. Le trattative intraprese negli scorsi mesi sembrano aver subito una battuta d’arresto, soprattutto dopo la mancata approvazione del ddl Zan. Anche se c’è chi - in Parlamento - ritiene che il precedente della legge sull’omotransfobia possa mettere Italia Viva nella posizione di non voler assolutamente affossare questo provvedimento.
La questione politica, però, è più complessa di così. Se il Pd non ha dubbi sulla necessità di approvare una legge sulla cittadinanza, maggiori sembrano le titubanze in altri partiti. A cominciare dai 5 Stelle: secondo chi segue la partita servirebbe un via libera del leader pentastellato Giuseppe Conte. E se pure dovesse arrivare non c’è la certezza che tutti i parlamentari seguano le sue indicazioni.
I numeri in commissione e i voti sullo ius soli
Il primo problema, se si dovesse andare avanti con la discussione, si presenterebbe già in commissione: i numeri del governo Conte bis non basterebbero. Si parla di un risicato 23 a 22, un margine minimo con peraltro un deputato ritenuto indeciso.
Per questo motivo finora si è deciso di non procedere con la calendarizzazione della proposta di legge ed è prevalsa la cautela. Anche se uno dei ragionamenti portati avanti è che una legge sui diritti come quella sulla cittadinanza porterebbe a meno voti segreti e quindi meno rischi per la maggioranza (non quella di governo) che vuole proporla. Ma il margine di sicurezza comunque non c’è.
Il problema delle tempistiche
C’è poi un altro problema, legato alle tempistiche della legge. In questo momento tutte le trattative politiche sono concentrate sull’elezione del prossimo presidente della Repubblica. Il che vuol dire che la trattativa sullo ius soli non potrebbe neanche iniziare prima di metà febbraio, dopo la scelta del nuovo capo dello Stato.
A febbraio 2022, però, resterebbe soltanto un anno prima della fine della legislatura (sempre che non si vada a elezioni anticipate): un tempo troppo stretto per pensare di trovare un accordo e poi portare avanti le discussioni sulla legge con l’approvazione sia alla Camera che al Senato.
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Che fine farà la legge sulla cittadinanza
Queste premesse fanno pensare che l’iter della legge sulla cittadinanza difficilmente possa andare avanti nei prossimi mesi. D’altronde anche il segretario del Pd, Enrico Letta, ha ammesso che oggi non c’è una maggioranza per approvarla in Parlamento. Questo non vuol dire che i dem ammaineranno la bandiera, ma la strada è molto complessa.
Nessuno, in questo momento, sembra poter portare avanti con successo la battaglia sulla legge sulla cittadinanza. I numeri in Parlamento sono risicati, la situazione politica - dall’elezione del capo dello Stato all’affossamento del ddl Zan - non favorisce le trattative e anche tra i singoli partiti sembra esserci qualche dubbio. Sicuramente, inoltre, resta la contrarietà di Lega e Fratelli d’Italia, ma quali sono le posizioni degli altri principali partiti oggi?
Movimento 5 Stelle punta su ius scholae
Al netto delle considerazioni sui difficili equilibri interni del Movimento 5 Stelle una posizione chiara viene presa da Giuseppe Brescia, esponente pentastellato ma anche presidente della commissione Affari costituzionali della Camera e relatore del provvedimento. Contattato da Money.it Brescia spiega che i 5 Stelle sono “pronti sullo ius scholae”, ma prima è necessario che il “dibattito diventi concreto”. Cosa tutt’altro che scontata, in questo momento.
Il Pd non rinuncia alla legge sulla cittadinanza
A seguire il dossier della legge sulla cittadinanza per il Pd è Matteo Mauri, deputato ed ex viceministro dell’Interno. A Money.it Mauri ribadisce l’impegno suo e del suo partito:
“Una nuova legge sulla cittadinanza è un’esigenza che tutti dovrebbero sentire come necessaria. È un modo per aggiungere diritti e opportunità senza togliere niente a nessuno. Perché stiamo parlando di bambini e ragazzi che sono già in tutto e per tutto italiani. Gli manca solo, e si fa per dire solo, il riconoscimento dello Stato, del loro Stato”.
Il Pd però non si arrende e continuerà a lavorare nel tentativo di trovare un accordo sul tema: “Ci stiamo lavorando da molto tempo e continueremo ostinatamente a farlo fino a che non passerà questa legge di civiltà”, sottolinea Mauri.
Italia Viva ottimista: possibile entro legislatura
La trattativa sulla legge sulla cittadinanza passa inevitabilmente anche per Italia Viva. Gennaro Migliore, deputato di Iv, contattato da Money.it ribadisce che per il suo partito non ci sono dubbi: “Noi abbiamo raccolto le firme ben prima dell’avvio del Conte bis, parliamo di un argomento che ha una solida base nel nostro partito”.
Per Migliore deve essere il Pd a dire se la legge sulla cittadinanza può essere stata o meno affossata dopo la bocciatura del ddl Zan: “Noi, come abbiamo sempre detto, abbiamo votato a favore, ma ci sono stati franchi tiratori non in Italia Viva. È il Pd che deve evitare di intestarsi battaglie che perde”.
Migliore è però ottimista sull’approvazione della legge sulla cittadinanza entro la fine della legislatura: “Penso sia possibile, perché è una legge giusta. Ed è inutile la diatriba tra ius soli e ius culturae: dobbiamo dare risposte adeguate, non fare polemiche”.
Per Forza Italia ius soli non è priorità
I voti per un’approvazione sicura della legge sulla cittadinanza non arriveranno dal centrodestra. Se il mancato supporto di Lega e Fratelli d’Italia sembra scontato, diverso poteva essere il discorso per Forza Italia. Ma Alessandro Battilocchio, deputato di Fi e responsabile Immigrazione del partito, spiega a Money.it che la legge sulla cittadinanza non è una priorità.
Per Battilocchio si tratta di “un tema divisivo e non credo proprio vi sia l’urgenza di farlo entrare nell’agenda del Governo Draghi, che ha ben altre priorità, legate alla lotta al Covid e alla ripresa e rilancio del nostro Paese dopo questa fase terribile”.
Entrando nel merito il deputato di Forza Italia sostiene che “l’acquisizione della cittadinanza italiana non può certo avvenire automaticamente, alla stregua di una procedura burocratica ma deve essere il risultato di un iter preciso che abbia alla base una scelta volontaria, al termine di un percorso di condivisione dei valori fondamentali della nostra comunità nazionale”. Un chiaro no, quindi, all’ipotesi di un accordo sullo ius soli.
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