Perché dopo la ritirata russa da Kherson il conflitto tra Russia e Ucraina può finire o può avvicinarsi uno scenario da guerra mondiale

Giacomo Andreoli

12/11/2022

Dopo il successo dell’esercito ucraino a Kherson il capo di Stato maggiore Usa ha aperto a dei negoziati di pace con Mosca. Secondo il senatore russo Tsekov ci saranno sicuramente, ma Kiev frena.

Perché dopo la ritirata russa da Kherson il conflitto tra Russia e Ucraina può finire o può avvicinarsi uno scenario da guerra mondiale

La guerra tra Russia e Ucraina potrebbe essere arrivata a un punto di svolta. La vittoria a Kherson, con l’esercito ucraino che ha riconquistato la città, ha un valore militare, ma anche e soprattutto simbolico. Secondo il consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, Jake Sullivan, si tratta di un successo “straordinario”. L’unico “capoluogo di regione che la Russia ha conquistato in questa guerra - ha detto - ora è tornato sotto la bandiera ucraina e ciò è davvero notevole”.

Dal Regno Unito l’intelligence aggiunge che il ritiro delle truppe di Mosca dalla città ucraina ha causato un “grave danno reputazionale” per la Russia. Gli 007 inglesi sottolineano che “il ritiro è un pubblico riconoscimento delle difficoltà affrontate dalle forze russe sulla sponda occidentale del fiume Dnipro” e aggiungono che “è possibile che la Russia stia ancora cercando di evacuare forze da altre aree della regione per farle convergere su posizioni difendibili sulla riva est del fiume”.

A questo punto il capo di Stato Maggiore americano, Mark Milley, ha parlato di un possibile negoziato con Vladimir Putin. Non è la prima volta che si parla di un tavolo di pace, ma stavolta i segnali di apertura che arrivano da parte russa si uniscono alle ripetute difficoltà che sta incontrando Mosca sul campo. Insomma: la guerra si sta prolungando più del dovuto e le mosse russe, compresi gli attacchi ai civili e l’uso di armi dimostrative, non stanno risultando risolutive. Per ora Kiev frena e parla di negoziati ancora non avviabili, ma le condizioni potrebbero cominciare ad essere davvero buone per arrivare a un primo dialogo, in cui le richieste russe non sarebbero più così disastrose e umilianti per l’Ucraina come erano fino a qualche mese fa.

Le conseguenze della vittoria militare a Kherson

Secondo Oleksii Danilov, segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa ucraino, dopo la vittoria a Kherson, l’Ucraina non “intende rallentare la guerra di fronte all’arrivo dell’inverno, ma andrà avanti per la liberazione dell’intero paese”. Insomma: nessun congelamento delle operazioni militari, malgrado il meteo e la stagione invernali non favorevoli per la riconquista militare, perché l’obiettivo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky è “liberare tutti i nostri territori”.

Kherson era un punto strategico per Mosca, perché era una sorta di via di accesso diretta alla Crimea, ma anche una possibile base per allargare l’offensiva militare verso nord-ovest. Ecco perché già a fine febbraio la Russia l’aveva conquistata. Secondo Kiev, ora, l’esercito avversario potrebbe rispondere alla sconfitta lanciando un massiccio attacco missilistico contro l’Ucraina il 15 e 16 novembre, nei giorni del G20 di Bali. Secondo il portavoce dell’Aeroanautica militare dell’esercito ucraino, Yuriy Ignat, i russi starebbero quindi accumulando forze per un contrattacco, a partire proprio da Kherson.

Il rischio di una nuova prima guerra mondiale

Mosca ha smentito si tratti di un’umiliazione e ha confermato che continuerà nella sua “operazione speciale”. Il Cremlino ha quindi escluso la modifica dello status della regione di Kherson, che rimane occupata e per loro parte del territorio russo. Secondo Milley, però, questo è il momento migliore per il negoziato di pace. Lo stallo dei combattimenti, con l’inverno in arrivo, può portare a una lunga guerra di posizione, da trincea, con un numero altissimo di vittime e pochi risultati militari da una parte e dall’altra. Una sorta di prima guerra mondiale in miniatura, insomma.

Per Milley, “le forze armate ucraine hanno combattuto fino a bloccare i russi e a inchiodarli in una situazione di stallo. Cosa accadrà in futuro non lo sappiamo, ma adesso ci sono delle possibilità di soluzioni diplomatiche. Bisogna afferrare l’opportunità”. Il generale ha poi parlato di riprese satellitari che mostrerebbero le truppe russe che scavano trincee, preparandosi a difendere i territori occupati nei mesi invernali. La ritirata da Kherson sarebbe quindi compatibile con questa strategia difensiva, con il rischio di portare a un conflitto paralizzato e ancora più mortale.

La resistenza di Kiev ai negoziati

Per il senatore Sergei Tsekov, membro del Comitato per gli affari internazionali del Consiglio della Russia “i negoziati tra Mosca e Kiev avranno sicuramente luogo, ma i tempi del loro svolgimento dipendono dalla posizione dei partner dell’Ucraina” e il dialogo sarà “molto complicato”. Tuttavia, ha ammonito, “se continuano ad alimentare il conflitto, non ci saranno negoziati”.

L’Ucraina, forte del successo militare, sembra in effetti voler continuare a combattere. Secondo il procuratore generale dell’Ucraina, Andriy Kostin, “la questione della ripresa dei negoziati non è possibile”. Insomma: finché l’esercito russo non lascia l’intero territorio nessuna pace. Il presidente americano Joe Biden non vuole forzare la mano, imponendo qualcosa in particolare alla Russia o anche solo dando l’impressione di “costringere” Zelensky a concessioni territoriali a Mosca.

Nel frattempo, però, si lavora sottobanco per ammorbidire le posizioni di Zelensky: prima Sullivan lo ha convinto a dire addio alla pregiudiziale con cui rifiutava un negoziato finché Putin è al potere, ora il messaggio di Milley sembra continuare a spingere per prendere più in considerazione la perdita di alcuni territori in cambio della pace.

Guerra in Ucraina, tutti gli scenari

Gli scenari possibili, insomma, sono tre: o la situazione attuale porta davvero all’avvio di complicati negoziati tra Russia e Ucraina, o la guerra si blocca e diventa di logoramento, oppure Mosca decide di forzare la mano con azioni militari da all in (con il rischio, se si mettono in campo i missili nucleari, di scatenare un conflitto distruttivo su larga scala che diventerebbe disastroso per la stessa Russia, oltre che per tutto l’Occidente). Per una conclusione stabile del conflitto, invece, al momento le opzioni sono quelle di un’Ucraina come la Finlandia (costretta a cedere territorio, rimanendo neutrale tra Nato e Russia) o una sorta di Germania prima dell’abbattimento del Muro di Berlino, divisa in due parti tra orbita occidentale euro-atlantica (per due terzi) e russa (per un terzo).

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