Il primo ministro indiano Narendra Modi ha un piano ben preciso: portare Delhi a diventare una potenza dei semiconduttori.
Trasformare l’India in un attore competitivo in grado di occupare uno spazio d’azione rilevante all’interno del settore globale dei chip. È questa l’ambizione del primo ministro Narendra Modi, il primo ministro del Paese più popoloso del mondo che, per riuscire nell’impresa, è pronto, da un lato, a mobilitare i campioni nazionali, e dall’altro ad attirare in patria quante più aziende straniere possibile.
L’ultima mossa rilevante effettuata dal governo indiano, a febbraio, è coincisa con l’approvazione di un piano di investimenti dal valore di 15,2 miliardi di dollari da utilizzare nella costruzione di impianti autoctoni di fabbricazione di semiconduttori. Nel progetto era prevista anche una proposta inviata al conglomerato Tata Group per realizzare il primo grande impianto di produzione di chip del Paese.
Da quanto sappiamo, la struttura dovrebbe essere allestita nello Stato natale di Modi, il Gujarat, e avere una capacità di produzione pari a 50mila wafer al mese entro la fine del 2026. L’investimento comprende anche unità di assemblaggio e uno stabilimento di imballaggio che saranno sviluppati in collaborazione con aziende provenienti da Giappone, Taiwan e Thailandia. [...]
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