Anche l’Arabia Saudita si schiera con la Russia e la Cina contro l’Occidente: la sua arma è un ricatto che potrebbe costare caro alla stabilità delle obbligazioni europee.
I rapporti geopolitici si fanno sempre più complessi e minacciosi nell’attuale contesto di guerre e rivalità. In questa cornice, anche l’Arabia Saudita punta a contare sempre di più come potenza petrolifera e non solo.
Secondo un rapporto di Bloomberg, il Regno ha avvertito che potrebbe vendere alcuni titoli di debito europeo come rappresaglia alla mossa del G7 di sequestrare quasi 300 miliardi di dollari in asset russi congelati.
Questa velata minaccia è stata inoltrata dal Ministero delle Finanze saudita all’inizio di quest’anno ad alcuni omologhi del G7, mentre il gruppo stava valutando la possibilità di sequestrare beni russi destinati a sostenere l’Ucraina.
Secondo Bloomberg, l’Arabia Saudita ha specificamente segnalato il debito in euro emesso dalla Francia. Cosa c’è di vero nell’indiscrezione e perché questo è l’ennesimo segnale di un mondo diviso e conflittuale?
L’Arabia Saudita ricatta l’economia dell’Europa, ecco come
Secondo diversi analisti, la minaccia dell’Arabia Saudita di liberarsi del debito dei membri dell’Unione Europea rappresenterebbe una seria dimostrazione di forza e di volontà da parte del Regno di sfruttare la propria potenza economica per influenzare i decisori politici occidentali.
A giugno, il G7, che comprende USA, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Italia e Giappone, ha concordato di emettere prestiti all’Ucraina per 50 miliardi di dollari, che sarebbero stati garantiti dai profitti generati dagli asset russi. Una ipotesi che pare non sia stata gradita dall’asse Arabia Saudita, Cina e Indonesia che sarebbe fortemente contrario alla confisca.
Di conseguenza, è scattata la minaccia di una ritorsione saudita proprio contro le finanze europee. Liberarsi dei titoli di Stato europeo potrebbe essere una mossa destabilizzante per i mercati obbligazionari del vecchio continente.
Non è chiaro quanto debito europeo detenga l’Arabia Saudita, ma le riserve nette in valuta estera della sua banca centrale ammontano a 445 miliardi di dollari. Riad, per esempio, detiene 135,9 miliardi di dollari in titoli del Tesoro Usa, il che la colloca al 17° posto tra gli investitori in obbligazioni statunitensi.
Arabia Saudita e Russia alleate contro l’Occidente?
La minaccia dell’Arabia Saudita sottolinea le preoccupazioni dei ricchi stati del Golfo che l’Occidente potrebbe un giorno applicare le stesse leve economiche che sta usando contro la Russia ai loro beni all’estero, se riemergessero critiche sulle questioni dei diritti umani o sulle loro decisioni di politica estera.
Putin ha corteggiato l’Arabia Saudita, poiché conta sul Regno ricco di petrolio per contrastare l’isolamento di Mosca sulla scena mondiale e rafforzare i mercati energetici. A dicembre, non a caso, Putin ha effettuato una rara visita in Arabia Saudita e negli Emirati Arabi Uniti.
Middle East Eye ha riferito che Putin ha chiesto il permesso al principe ereditario Mohammed bin Salman prima di armare i ribelli Houthi nello Yemen con missili da crociera antinave. Il leader saudita, che ha condotto una guerra brutale contro gli Houthi sostenuti dall’Iran, ha esortato Putin a non armare il gruppo, e la Russia ha obbedito.
Un’alleanza per interessi strategici reciproci - e da utilizzare contro l’Occidente - lega le due potenze, con la Cina sullo sfondo (nemmeno troppo). Nel gennaio 2023, l’Arabia Saudita ha dichiarato di star valutando la possibilità di negoziare in valute diverse dal dollaro statunitense, dopo le segnalazioni di trattative in corso con la Cina sulla vendita di parte del greggio in yuan.
Nello scacchiere geopolitico spuntano anche gli interessi dei sauditi. L’Europa, sempre ambigua con questi Stati ricchi di materie prime energetiche, è stata avvisata.
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