Le sue scelte di politica economica non solo non hanno portato alla liberazione del mercato tanto promessa, ma rischiano di aggravare ulteriormente la crisi di un Paese già martoriato.
Un anno dopo la sua storica vittoria elettorale, Javier Milei, il presidente libertario che ha promesso di rivoluzionare l’economia argentina, si trova in una situazione critica.
Le sue scelte di politica economica non solo non hanno portato alla liberazione del mercato promessa, ma rischiano di aggravare ulteriormente la crisi di un Paese già martoriato da decenni di cattiva gestione.
Fin dal suo insediamento, Milei avrebbe dovuto affrontare con decisione le distorsioni del sistema di cambio e dei controlli sui capitali. Invece, ha scelto di mantenere un ancoraggio progressivo al dollaro, noto come «crawling peg», che limita la flessibilità della valuta argentina. Questo approccio ha temporaneamente ridotto l’inflazione, portandola al 2,4% su base mensile, ma ha avuto un costo elevatissimo per l’economia reale: il peso è attualmente una delle valute più sopravvalutate della storia argentina, con un impatto devastante sui settori produttivi. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA