L’avvertimento per il Governo Meloni riguarda i conti pubblici

Violetta Silvestri

19 Ottobre 2022 - 15:14

Mentre l’Italia si avvia verso la formazione di un nuovo esecutivo targato Meloni, esperti e analisti puntano su un tema economico chiave: la credibilità dei conti pubblici.

L’avvertimento per il Governo Meloni riguarda i conti pubblici

L’Italia, in vista della formazione del nuovo esecutivo, rimane osservata speciale sempre sullo stesso tema: la tenuta - e la credibilità - dei conti pubblici.

Ora più che mai, secondo analisti ed esperti. Il contesto europeo, infatti, è deteriorato da una recessione ormai alle porte e dall’inflazione in crescita, con l’impennata dei prezzi energetici e dei beni alimentari e di maggiore consumo. Mentre l’Ue lavora faticosamente per trovare un’intesa che rassicuri le scorte di gas, escludendo ovviamente la Russia come fornitore, e che raffreddi il prezzo del combustibile in vista dell’inverno, i singoli Paesi si destreggiano in misure di politica fiscale.

L’Italia, con il suo alto debito, è nel mirino degli investitori: quanto può davvero attrarre un investimento in Btp italiani? La risposta - e gli avvertimenti - di alcuni esperti.

Investire nel debito italiano si può? Il monito al Governo Meloni

I numeri parlano chiaro: il redimento del Btp decennale è salito al 4,7% oggi 19 ottobre, rimanendo indietro soltanto rispetto al rendimento del titolo di Stato greco in Europa.

Lorenzo Bini Smaghi presidente di Société Générale, ha spiegato ai microfoni di Cnbc, come riportato da Milano Finanza, che il punto centrale resta la “credibilità dei conti pubblici che dovrebbero rassicurare gli italiani che se investono in titoli di Stato è un buon investimento. Questa rassicurazione si ottiene con un progetto che fa in modo che il debito pubblico in rapporto al Pil scenda in modo graduale, come avviene in altri Paesi.”

La politica fiscale, per questo, è sotto la lente: non generare altra spesa pubblica sarà fondamentale per il futuro Governo.

Un monito simile è arrivato anche da un’analisi di Scope Ratings: con costi di finanziamento e debito più elevati, il prossimo esecutivo dovrà davvero agire con prudenza per restare nella soglia del 3% di deficit delle regole di Maastricht e cercare di migliorare il Pil del 2% nel saldo primario.

Il ragionamento è che lo spread con i bund tedeschi ha avuto un balzo di 100 punti base da gennaio arrivando a 250, e intanto la spesa per interessi dell’Italia è vista crescere a circa il 4% del Pil nel 2022, rispetto al 3,6% del 2021, oltre circa 10 miliardi di euro, arrivando a circa 75 miliardi di euro.

Alvise Lennkh-Yunus, direttore esecutivo, e Giulia Branz, senior analyst hanno quindi suggerito: “sarà necessario un rapido ritorno a un avanzo primario elevato, pari ad almeno l’1% del Pil, affinché l’Italia possa mantenere il disavanzo nominale entro la soglia di Maastricht del 3% del Pil.”

Scope ha previsto per l’Italia una crescita dello 0,5% il prossimo anno, un rimbalzo dell’1,5% nel 2024 e un +1% circa negli anni successivi. In questa cornice di stime, il quadro è di un’azione davvero efficace considerando che il nostro Paese, secondo gli analisti si trova nel pieno “del rallentamento della crescita economica dovuta alla crisi energetica europea e dell’aumento della spesa pubblica legata all’invecchiamento della popolazione italiana.”

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