Rispetto a prima della pandemia i settori produttivi in crescita sono molti meno e principalmente legati al comparto energetico. In crisi i beni di consumo.
Ieri computer ed elettronica; oggi principalmente prodotti petroliferi ed energetici. Cambiano i settori che trainano la produzione industriale in Italia e quelli che erano in crescita a gennaio 2020, poco prima della crisi innescata con la pandemia, non sono più quelli di oggi. Soprattutto quattro anni fa erano molto più numerosi, come certificato dalle stime diffuse dall’ultima nota Istat.
A gennaio 2024 l’Istituto ha rilevato un calo della produzione industriale in Italia dell’1,2% rispetto a dicembre 2023 e del 3,4% al confronto con gennaio dello scorso anno. Una flessione che deve destare qualche preoccupazione, anche perché riguarda soprattutto i beni di consumo (-5,4%) e che solitamente rivela una bassa capacità di spesa e aspettative incerte per il futuro da parte dei consumatori.
Oltre al calo, c’è da segnalare il fatto che il rallentamento riguarda quasi tutti i principali comparti produttivi: per la precisione 13 su 16. A crescere rispetto al 2023 sono state infatti solo la produzione di coke e prodotti petroliferi (+2% su base annua), quella di fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria (+1,1%) e le industrie alimentari, di bevande e tabacco (+0,6%). Tutto il resto della produzione, rappresentata anche da settori chiave, è invece in calo. Parliamo dell’industria del legno, della carta e della stampa (-8%), fabbricazione di computer ed elettronica (-7,2%), gomma plastica (-6,2%) e in particolare dei prodotti farmaceutici di base e preparati, che ha subito il maggior calo rispetto al 2023 (-15,2%). [...]
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