L’Italia non è una Disneyland a cielo aperto. Cosa non funziona nel turismo italiano?

Guido Salerno Aletta

23 Luglio 2024 - 07:43

L’Italia non produce più bellezza, ma si limita ad ostentare quella del Passato che si cristallizza: ci siamo arresi ad una sorta di necrofilia culturale.

L’Italia non è una Disneyland a cielo aperto. Cosa non funziona nel turismo italiano?

C’è una dinamica predatoria del turismo che va compresa nelle sue componenti più devastanti: non si tratta delle località di vacanza più o meno storiche, come Viareggio o Cortina, oppure di Rimini o di San Vigilio di Marebbe, che sono state costruite negli anni per soddisfare le esigenze di chi viene per trascorrere un periodo più o meno lungo al mare o in montagna. L’offerta turistica della Croazia e della Turchia ha progressivamente sbaragliato quelle che erano le mete tradizionali italiane: Capri o Taormina rimangono comunque icone insostituibili, per quanto ormai abbondantemente asservite anch’esse alla fruizione di massa, quella dello “scatta e fuggi”, perché in tanti non si lasciano tentare neppure da un cono gelato. C’è giusto il tempo di farsi un selfie, per ripartire verso una nuova meta: un consumo frenetico di chilometri in pochi giorni.

Il settore alberghiero, come quello della somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, che va dai ristoranti stellati alle pizzerie fino ai bar ed ai chioschi, soffre per la concorrenza dei B&B da una parte e per la pressione sui prezzi: non solo è sempre più difficile trovare personale disponibile per l’impiego stagionale, ma anche l’offerta si fa qualitativamente massificata e sempre più cara.

Il settore turistico è sempre alle prese con le scarse disponibilità economiche della clientela interna e punta sul turismo internazionale, soprattutto quello proveniente dal Nord America e dall’Asia, che generalmente ha maggiori disponibilità di spesa. Tradotto in cifre, il saldo della bilancia turistica vale circa l’1% del pil, con il 3% di proventi dall’estero ed il 2% delle spese effettuate dagli italiani all’estero. Una somma assai consistente per la concentrazione territoriale che si è determinata: ormai, intere micro o macro aree vivono esclusivamente di questo, creando vere e proprie cisti. [...]

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