La Bce sta mettendo a rischio la ripresa in Europa?

Violetta Silvestri

04/09/2024

La Bce rischia di tagliare i tassi troppo poco? Ecco perché la politica monetaria dell’Eurotower è sotto i riflettori prima della decisione di settembre.

La Bce sta mettendo a rischio la ripresa in Europa?

La Bce si appresta a tagliare di nuovo i tassi a settembre - secondo le previsioni - e la mossa è considerata necessaria più che mai per diversi funzionari e analisti.

Esiste, infatti, un rischio che si sta sottovalutando e che potrebbe mettere a repentaglio ogni tentativo di ripresa in Eurozona: si tratta della remota possibilità che la banca centrale mantenga ancora fermo il costo del denaro per timore di un’impennata inflazionistica (legata soprattutto alle buste paga).

L’allarme su una prolungata politica monetaria restrittiva - che frena crescita e investimenti - è stato lanciato da Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo Bce, in una intervista a Le Monde.

L’Eurotower ha tagliato i tassi a giugno da un massimo storico e quasi certamente li allenterà di nuovo il 12 settembre, ma le prospettive di crescita si sono deteriorate durante l’estate e i responsabili politici stanno ora discutendo se non siano rimasti indietro rispetto alla curva. Attenzione, quindi, alle conseguenze di una politica troppo prudente sulla diminuzione del costo di investimento: “c’è un rischio reale che la nostra posizione possa diventare troppo restrittiva, ha allertato Cipollone.

La Bce rischia di tagliare troppo poco i tassi

“Dobbiamo garantire che l’inflazione converga verso il nostro obiettivo senza frenare inutilmente l’economia: con questo avvertimento Cipollone ha messo in guardia dalla tentazione di seguire la strada della prudenza sul taglio dei tassi nella prossima riunione Bce del 12 settembre.

Il membro italiano del board ha affermato che i funzionari “non dovrebbero temere che i salari aumentino più velocemente dell’inflazione per un po’...Altrimenti, non vedo come possiamo sostenere la ripresa e, a sua volta, il rimbalzo della produttività. Non stiamo assistendo a una spirale salari-prezzi. È un recupero naturale che è salutare per l’economia”.

“Abbiamo un disperato bisogno di investimenti e crescita in Europa. Ogni ritardo in quest’area ci mette in una situazione di grave svantaggio”, ha aggiunto. Il taglio dei tassi resta quindi una via necessaria da praticare per favorire un nuovo slancio nella fiducia di consumatori, risparmiatori e imprenditori.

I mercati scontano almeno altri due tagli dei tassi quest’anno, a settembre e dicembre, e intravedono anche una buona possibilità per un ulteriore intervento a ottobre, in parte a causa proprio delle deboli prospettive di crescita e in parte perché si prevede che la Federal Reserve statunitense allenterà rapidamente la politica monetaria, costringendo la Bce a fare altrettanto.

Cipollone ha voluto quindi sottolineare il rischio di una crescita debole, frenata da un miglioramento anemico della competitività e indebolita da tassi ancora alti. “I dati più recenti, come la fiducia dei consumatori e gli indicatori di attività, in particolare per il settore manifatturiero, non sono stati così incoraggianti. Ciò rappresenta un rischio per le prospettive di crescita dell’area euro”, ha dichiarato.

In attesa del 12 settembre, Martins Kazaks, membro lettone del Consiglio direttivo, ha affermato che la Banca centrale europea potrebbe abbassare i costi di indebitamento nella riunione di questo mese.

Kazaks ha segnalato gli elevati aumenti nei costi dei servizi, spinti dall’aumento dei salari, come motivo per restare cauti e allentare la politica monetaria solo gradualmente. Ma ha affermato che la crescita salariale si sta moderando.

I tassi devono scendere perché la parte più grande del problema dell’inflazione è stata risolta. La discussione verte solo su quanto velocemente e quanto fortemente”, ha assicurato Kazaks.

La necessità di un’altra diminuzione del costo del denaro è stata rafforzata dall’inflazione che è scesa al livello più basso da metà 2021, anche se alcuni decisori politici hanno sottolineato che la battaglia per domare i prezzi non è ancora finita.

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