L’Intelligenza Artificiale è una bolla che può scoppiare? Il dibattito è aperto e le opinioni contrastanti. Un esperto ha valutato 3 caratteristiche per capire se il settore sta per esplodere.
L’Intelligenza Artificiale è una bolla pronta a scoppiare oppure no? Il dibattito continua a suscitare diverse riflessioni da parte degli esperti di mercati finanziari.
Il punto in esame è che non appena il colosso della tecnologia Nvidia cresce, tutto il settore dell’IA e gli indici azionari globali raggiungono livelli record, con una euforia che accende immediatamente la discussione degli osservatori: il mercato azionario è entrato in una bolla?
Con questa espressione si intende generalmente un periodo in cui i prezzi degli asset si gonfiano rapidamente, potenzialmente oltre il loro valore fondamentale e rischiano di crollare altrettanto velocemente.
Bob Parker, consulente senior presso International Capital Markets Association, ha dichiarato alla CNBC di aver visto segni di una bolla sull’IA, per almeno 2 motivi.
L’IA è una bolla per questi 2 motivi, secondo l’esperto
La prima caratteristica che fa pensare a una bolla IA pronta a scoppiare è stata così spiegata dall’analista:
“La prima [caratteristica] riguarda ovviamente le valutazioni. Se guardiamo alla valutazione di Nvidia, giustamente è in realtà molto alta.”
Il secondo segno è invece il posizionamento degli investitori: “Ogni volta che si verifica una bolla di mercato, gli investitori sono molto raggruppati o molto concentrati, in un mercato o in un settore”, ha aggiunto l’esperto.
Tale concentrazione, inoltre, è visibile nei mercati Usa, europei e asiatici, nei quali i trader sono posizionati soprattutto nel comparto dell’intelligenza artificiale, come sottosettore del tecnologico.
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L’argomento, comunque, divide gli osservatori del mercato. Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, ha dichiarato sempre alla CNBC di non vedere l’intelligenza artificiale come una bolla. Torsten Sløk, capo economista dell’asset manager Apollo, questo mese ha invece pubblicato un grafico, confrontando le valutazioni delle 10 principali società dell’indice S&P 500 con quelle delle loro controparti durante il boom degli anni ’90 e definendo “l’attuale bolla dell’intelligenza artificiale… più grande di quella tecnologica degli anni ’90”.
Perché l’IA non esploderà
Pur riconoscendo i segnali di una bolla, Parker resta comunque meno preoccupato del fatto che sia sull’orlo dello scoppio.
Il suo ottimismo affonda le radici nella terza caratteristica di una bolla: la leva finanziaria degli investitori, o l’uso del debito per finanziare.
“Se si considerano le bolle del 1999-2000, e poi del 2007, una caratteristica chiave è stata la leva finanziaria degli investitori. E avevamo, sia che si trattasse di investitori al dettaglio che di investitori istituzionali, un livello molto elevato di leva finanziaria, e questo avveniva attraverso prestiti o derivati”, ha detto Parker alla CNBC.
Uno dei problemi principali durante il crollo del mercato del 2008, ha affermato l’esperto, è stata l’opacità delle posizioni in derivati e il tentativo di definire la gestione del rischio attorno a prodotti finanziari complessi, che hanno causato la crisi dei mutui subprime.
La conclusione era molto semplice: si trattava semplicemente di leva finanziaria incorporata. Per questo Parker non vede una grande inversione di mercato come nel 2000 o nel 2008, e la ragione principale di ciò è che gli investitori in realtà non hanno molta leva finanziaria.
Al contrario, ha osservato lo strategist, se si considerano le posizioni di liquidità degli investitori, le posizioni nei fondi del mercato monetario, le posizioni nella liquidità aziendale e dei trader, le posizioni di liquidità sono molto elevate.
Anche se non vede un forte crollo del mercato, Parker prevede una rotazione degli investitori dalle aree di concentrazione verso un mercato più ampio. L’ultima osservazione: Se si guarda agli Stati Uniti, nei prossimi tre-sei mesi il Russell 2000 [a piccola capitalizzazione] supererà l’indice Nasdaq Computer.
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