Debiti più alti e costosi stanno per esplodere, anche a causa della bomba demografica: è l’allarme lanciato al mondo. Cosa sta per accadere alle finanze dei Governi con un popolazione che invecchia?
Debiti pubblici sempre più alti e pronti a esplodere: la miccia è demografica, con un invecchiamento della popolazione a livello mondiale che allarma tutti.
L’ultimo avvertimento su questo tema è di un articolo del Financial Times, che riprende l’allerta delle agenzie di rating: l’aumento della popolazione anziana a livello globale sta colpendo le finanze pubbliche di tutto il mondo e i recenti rialzi dei tassi di interesse stanno aggravando i rischi di un impatto esplosivo sui conti pubblici, con pensioni e i costi sanitari che si impennano.
Mentre i tassi di interesse salgono in risposta al più grande aumento dell’inflazione da una generazione, Moody’s, S&P e Fitch hanno avvertito che il peggioramento della demografia sta già colpendo i rating di credito dei governi. La bomba debito è pronta a esplodere.
La popolazione mondiale invecchia e i debiti dei governi esplodono
Il pericolo di un generale declassamento dei rating delle potenze mondiali è reale e l’andamento demografico che sta dominando il mondo non può che accelerare la crescita dannosa dei debiti.
Il ragionamento delle agenzie di rating e non solo è che senza riforme radicali si creerà un circolo vizioso di oneri fiscali più elevati e costi di indebitamento in aumento, anche per far fronte a spese pubbliche legate a cittadini sempre più anziani.
“Mentre i dati demografici si muovono lentamente, il problema sta diventando più urgente”, ha affermato Edward Parker, responsabile globale della ricerca per titoli sovrani e sovranazionali presso Fitch, che il mese scorso ha declassato il rating del credito della Francia, avvertendo che l’agenda di riforme del presidente Emmanuel Macron potrebbe bloccarsi.
Le agenzie di rating affermano che l’aumento dei costi di indebitamento sta aggravando sia l’impatto sulla crescita, sia sulle finanze pubbliche costrette a spendere di più per sanità e pensioni. In pratica, gli Stati hanno costi elevati per dare assistenza alla popolazione anziana, poiché devono incrementare il debito per le spese e pagare di più per quel debito in seguito alla politica dei tassi alti.
Ciò influirà sulle prospettive del debito nell’Ue, dove, secondo la Commissione europea, la quota di popolazione sopra i 65 anni passerà dall’attuale 20% al 30% entro il 2050, così come in Giappone e negli Stati Uniti.
Marko Mrsnik, capo analista sovrano di S&P Global Ratings, ha aggiunto che, secondo uno stress test, un aumento di un punto percentuale dei costi di indebitamento farebbe crescere di circa 40 punti il rapporto debito/Pil per Giappone, Italia, Regno Unito e Stati Uniti.
S&P ha affermato a gennaio che circa la metà delle maggiori economie mondiali sarà declassata a spazzatura entro il 2060, rispetto all’attuale livello di circa un terzo, se non verranno prese misure per ridurre i costi dell’invecchiamento della popolazione.
Ha stimato che, in assenza di riforme alle politiche fiscali legate all’invecchiamento, un governo “campione” avrebbe un deficit del 9,1% del Pil entro il 2060, un enorme aumento dal 2,4% nel 2025.
S&P prevede inoltre che i costi delle pensioni aumenteranno in media di 4,5 punti percentuali del Pil entro il 2060, raggiungendo il 9,5%, anche se con un’ampia variazione tra i Paesi. Si stima che, tra il 2022 e il 2060, la spesa sanitaria salirà di 2,7 punti percentuali del Pil.
Sommando tutte queste previsioni, il risultato è un debito pubblico pronto a esplodere.
Tutto il mondo in allarme su debito e invecchiamento
Gli analisti hanno evidenziato che in tutto il mondo, i Paesi dell’Europa centrale e meridionale hanno tra i peggiori profili demografici, mentre in Germania la cui popolazione sta invecchiando a uno dei tassi più rapidi a livello globale.
Una nota di Moody’s di quest’anno affermava che la tensione sul mercato del lavoro tedesco era già visibile, aggiungendo che: “la crescita potenziale si indebolirà ulteriormente nel prossimo anno se non ci saranno riforme”.
Le agenzie di rating hanno lanciato l’allarme anche per il deficit strutturale del sistema pensionistico in Spagna, dove il governo ha recentemente ristabilito un legame diretto tra pagamenti e inflazione, nonché per i record della Francia nella gestione delle proprie finanze.
Nota positiva per la Grecia, per le radicali riforme del suo sistema pensionistico dopo la sua crisi del debito. Nell’indagine di S&P su 81 Paesi, era l’unico stato in cui si prevedeva che la spesa legata all’età diminuisse entro il 2060.
Al contrario, diversi Stati asiatici hanno prospettive in peggioramento a causa delle pressioni demografiche. Al 2050, Corea, Taiwan e Cina sono alcuni dei Paesi con i profili peggiori.
“Più a lungo i governi rinviano l’azione, più dolorosa sarà l’azione”, ha affermato Parker di Fitch, alludendo alla necessità di riforme sostanziali, mentre i Governi affrontano maggiori spese e i debiti diventano sempre più costosi.
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