La Cina ha trovato il suo nuovo Santo Graal (e lo nasconde agli Stati Uniti)

Flavia Provenzani

30 Agosto 2024 - 12:03

La Cina ha trovato il suo nuovo Santo Graal: non vuole che gli Stati Uniti se ne impossessino, quindi ha vietato le esportazioni di antimonio.

La Cina ha trovato il suo nuovo Santo Graal (e lo nasconde agli Stati Uniti)

Negli ultimi anni, l’interesse per l’antimonio a livello mondiale è cresciuto tanto quanto il suo prezzo. E tanto che la Cina, suo estrattore principale, ha imposto una serie di restrizioni all’esportazione di questo materiale, che entreranno in vigore a partire dal 15 settembre.

L’antimonio è un materiale apprezzato per la sua ampia varietà di applicazioni, che vanno dalla produzione di batterie agli occhiali per la visione notturna, dai ritardanti di fiamma alle armi nucleari. Secondo i dati dello United States Geological Survey (USGS), nel 2023 la Cina è stata responsabile del 48% della produzione mineraria mondiale.

La Cina rafforza le misure per l’esportazione di antimonio

Bloomberg ha riferito che il Ministero del Commercio cinese ha annunciato che tali misure mirano a proteggere la sicurezza e gli interessi nazionali del Dragone rosso, oltre che a rispettare il regime di non-proliferazione nucleare.

Secondo le informazioni fornite dal quotidiano ABC, le restrizioni riguarderanno sei tipi di prodotti legati all’antimonio: il minerale stesso, i metalli di antimonio e l’ossido di antimonio. Ma sono solo: sarà vietata anche l’esportazione non autorizzata di tecnologie per la fusione e la separazione dell’oro e dell’antimonio.

Chi vorrà esportare questi prodotti dovrà richiedere una licenza per beni e tecnologie a duplice uso, cioè sia civile che militare.

Il Ministero del Commercio ha sottolineato che Pechino si oppone a qualsiasi Paese che utilizzi beni cinesi “per impegnarsi in attività che minano la sovranità nazionale, la sicurezza e gli interessi di sviluppo” della Cina.

Queste nuove restrizioni si aggiungono a una serie di misure imposte dallo scorso anno dal Paese asiatico per rafforzare il proprio controllo sulle forniture globali dei cosiddetti «minerali critici», come il divieto di esportare la tecnologia per la produzione di magneti in terre rare. Pechino ha anche rafforzato le restrizioni sulle esportazioni di grafite, gallio e germanio.

Occidente in allerta

Molti governi occidentali, compresi gli Stati Uniti, hanno lanciato l’allarme per il controllo della Cina su questi materiali e hanno intensificato gli sforzi per trovare delle alternative a queste forniture.

Le misure imposte da Pechino sui minerali critici sono ritenute essere, almeno in parte, una ritorsione nei confronti dell’amministrazione Biden, i cui sforzi per impedire alla Cina di superare gli Stati Uniti nell’intelligenza artificiale e nella produzione di chip sono diventati sempre più aggressivi. Come riportato da Bloomberg, il governo nordamericano sta valutando la possibilità di imporre, a partire dal mese prossimo, delle restrizioni unilaterali sull’accesso della Cina ai chip di memoria AI e alle apparecchiature in grado di produrli.

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