Un’azienda cinese avrebbe depositato un brevetto per una tecnologia di microchip all’avanguardia.
Shanghai Micro Electronics Equipment Group (SMEE), con sede in Cina, avrebbe brevettato la sua prima macchina Extreme Ultra Violet (EUV). La tecnologia EUV viene utilizzata per produrre i microchip più all’avanguardia al mondo e finora ASML, con sede nei Paesi Bassi, è l’unica azienda a produrli su larga scala.
ASML, come molte aziende occidentali coinvolte nella produzione di microchip, è stata pesantemente sanzionata per qualsiasi commercio con Cina. In risposta, la Cina ha intensificato i suoi sforzi per creare la sua industria nazionale di microchip, sebbene sia rimasta molto indietro rispetto ai suoi concorrenti occidentali.
Un passo alla volta, tuttavia, questo potrebbe cambiare. Secondo il South China Post, due aziende cinesi ora producono macchine Deep Ultra Violet (DUV). In particolare, una con una risoluzione inferiore a 65 nm e una precisione di sovrapposizione inferiore a 8 nm e un’altra con una risoluzione di 110 nm e una precisione di sovrapposizione di 25 nm. Al confronto, le macchine DUV di ASML possono funzionare a una risoluzione inferiore a 38 nm con una precisione di sovrapposizione di 1,3 nm. Inoltre, le macchine DUV sono molto meno nitide delle EUV, che funzionano su lunghezze d’onda decine di volte più nitide.
Tuttavia, se i resoconti del brevetto di SMEE sono veri, significa che ora anche le aziende cinesi hanno accesso alla tecnologia EUV.
La guerra dei microchip
I microchip sono una componente essenziale del mondo digitale odierno. Alimentano qualsiasi dispositivo digitale, dagli smartphone alle apparecchiature militari di fascia alta.
L’industria dei microchip è poliedrica ed estremamente complessa. Le materie prime vengono raccolte in Cina, i microchip sono progettati da aziende americane e per lo più fabbricati a Taiwan con apparecchiature realizzate nei Paesi Bassi.
Per mantenere il proprio vantaggio competitivo, gli Stati Uniti hanno cercato di tenere la Cina fuori dalla linea di produzione dei microchip. Sia l’amministrazione Trump che quella Biden hanno imposto severe restrizioni al commercio di microchip con la Cina, limitando l’accesso a progetti e attrezzature.
La Cina è quindi costretta a importare i suoi chip dall’estero, principalmente da Taiwan, un fedele alleato degli Stati Uniti.
Ma a volte si possono vedere alcune crepe nell’embargo statunitense. L’anno scorso, il produttore di telefoni cinese Huawei ha rilasciato uno smartphone alimentato da un chip a cui l’azienda non avrebbe dovuto avere accesso.
Se ora anche le aziende cinesi hanno accesso alla tecnologia EUV, il divario tra loro e il loro equivalente statunitense potrebbe essere colmato nel giro di qualche anno. Gli esperti affermano che la Cina è indietro di circa 15 anni rispetto agli Stati Uniti nella tecnologia dei microchip. Ma queste sono solo stime approssimative.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2024-09-16 23:01:03. Titolo originale: China reveals high-end microchip technology, worrying US officials
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