Ci sono almeno 2 motivi che fanno temere il peggio all’Europa: il suo Pil può crollare di circa il 4% nei prossimi anni per effetto un doppio colpo alla crescita.
Europa nel mirino dei pessimisti: aumentano le stime di una recessione e le previsioni sul Pil nei prossimi anni si fanno più cupe.
Con la Bce ancora aggressiva, le incognite della guerra a minacciare i prezzi energetici di nuovo, la pressione sui Governi Ue affinché diminuiscano il loro debito, le incertezze sul commercio globale, il vecchio continente non è visto favorito.
Rispetto all’atterraggio morbido dato quasi per certo ormai negli Usa, per l’Europa il futuro è denso di nubi. Lo dimostra anche un sistema di previsioni economiche di Bloomberg: il Pil europeo può crollare del 4%. I motivi.
Europa: Pil verso il crollo del 4% La previsione
Futuro molto incerto per la ripresa in Europa. La combinazione di tassi di interesse più elevati e una rinnovata moderazione della spesa pubblica necessaria per abbassare il debito minaccia di soffocare l’espansione e aumentare il rischio di una profonda recessione.
A confermarlo è un’analisi di Bloomberg Economics, secondo la quale gli aumenti degli oneri finanziari iniziati lo scorso anno dalla Bce avranno un impatto soprattutto dal 2024, con un potenziale colpo del 3,8% all’economia europea. A seconda di come si muoveranno i prezzi dell’energia e di quanto sarà drastica la rimozione delle misure di sostegno, il Pil potrebbe sprofondare quasi del 5%.
Il grafico elaborato da Bloomberg è chiaro nel mostrare i possibili segni negativi per la crescita europea:
Il colpo al Pil in Ue potrebbe essere doppio e causato da Bce e Governi meno dispendiosi. I 425 punti base di inasprimento della Banca centrale europea, insieme a un incombente ritorno al contenimento della spesa sostenuto in Unione soprattutto dalla Germania dovrebbero inaugurare un periodo assai complesso per i 27 Paesi. Con tassi elevati e Governi chiamati al rigore per contenere debiti alti e riportare in ordine i conti pubblici, l’espansione rischia di bloccarsi e di far entrare l’Ue in una fase di recessione.
Mentre la Federal Reserve sta ora anticipando un atterraggio morbido per gli Stati Uniti, la crisi che grava sulla zona euro mostrata dai calcoli Bloomberg indica che le prospettive di un simile esito si stanno attenuando nella regione a moneta unica.
Nel mirino degli analisti c’è innanzitutto l’operato della Bce. Dopo essere stata criticata per l’inizio tardivo della stretta, l’Eurotower sta ricevendo critiche per le negative conseguenze che i rialzi dei tassi stanno cominciando a innescare. Tra queste, rate dei mutui alle stelle e una diminuzione senza precedenti dell’accesso al credito per cittadini e imprese.
La stessa Lagarde nella conferenza stampa del 27 luglio, dopo aver aperto la porta a una pausa nella stretta, ha affermato che le prospettive economiche a breve termine si sono deteriorate.
Entro gennaio, saranno trascorsi 18 mesi dal primo rialzo dei tassi, un momento che secondo la saggezza economica convenzionale segnerà il punto più alto del suo impatto. Nello stesso mese, intanto, la sospensione delle regole fiscali dell’Ue che limitano il debito e il deficit terminerà, dopo quattro anni in cui i Governi hanno avuto ampio margine di manovra per investire denaro nell’economia e attutire gli shock della pandemia e della crisi energetica.
Da evidenziare, inoltre, che proprio i livelli di debito “gonfiati” dall’era Covid, insieme a costi di prestito più elevati potrebbero significare una riduzione del margine di azione per i Governi, a prescindere dalle regole imposte da Bruxelles.
Se dovesse verificarsi una crisi economica, la Bce diventerebbe poco difendibile nel preludio alle elezioni europee del giugno 2024. La banca centrale è indipendente, ma gli attacchi alla sua politica non saranno facili da sopportare.
Cosa accadrà in quei mesi è sotto osservazione, con previsioni incerte e poco rassicuranti per l’Europa.
Cosa aspettarsi in Europa: ci sarà davvero il tonfo economico?
Il sentiment tra esperti e analisti è piuttosto pessimista nei confronti dell’Europa.
Gregory Claeys, membro anziano del think tank Bruegel con sede a Bruxelles, ha dichiarato: “Nei prossimi 12 mesi vivremo in un periodo in cui avremo sia il massimo effetto della stretta monetaria sia una stretta fiscale. Sono preoccupato.”
Raffaella Tenconi, Chief Economist di ADA Economics Ltd ha commentato: “Sarà sempre più difficile difendersi mantenendo i tassi così alti. Se non c’è un perno, il prossimo anno sarà brutalmente doloroso”.
Rush, analista di Bloomberg Economics ha affermato che lo scenario migliore per il 2024 è un atterraggio morbido, ma i presagi non sono ottimi:
“Il pericolo è che tassi di interesse più elevati alla fine colpiscano l’economia con la stessa forza prevista dai modelli. E i Governi con un elevato onere del debito che affrontano severi vincoli fiscali non saranno in grado di svolgere il ruolo di stabilizzazione a cui ci siamo abituati”
Il futuro economico dell’Ue è quindi tutto da interpretare, con tanti segnali minacciosi all’orizzonte.
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