La crisi Usa-Cina del pallone spia è un problema per l’Europa

Violetta Silvestri

6 Febbraio 2023 - 15:17

La questione del pallone spia cinese abbattuto dagli Usa non è un problema soltanto per le relazioni tra le due potenze: anche l’Europa ne subirà l’impatto. In che modo?Un’analisi.

La crisi Usa-Cina del pallone spia è un problema per l’Europa

La saga del pallone spia cinese ha fatto precipitare in una nuova crisi i rapporti tra Washington e Pechino. Per i governi europei, la novità non è una buona notizia, nemmeno per le questioni interne di Bruxelles.

Con il peggioramento delle relazioni tra le due superpotenze, sembra probabile che i leader dell’Ue subiranno pressioni sempre più intense da parte della Casa Bianca per schierarsi e unire le forze contro la Cina, proprio mentre speravano in un disgelo nelle difficili relazioni con Pechino.

La tensione Usa-Cina è un danno per l’Europa

Ripercorrendo i fatti delle ultime ore, sabato 4 febbraio gli Stati Uniti hanno abbattuto quello che hanno identificato come un pallone di sorveglianza cinese al largo della costa della Carolina del Sud con un missile di un caccia stealth F-22.

Il segretario di Stato Antony Blinken ha rinviato a tempo indeterminato una visita a Pechino che era stata programmata per questa settimana, il primo viaggio del genere messo in calendario per un funzionario di gabinetto statunitense sotto la presidenza di Biden.

Intanto, Pechino insiste sul fatto che il gigantesco oggetto alimentato da pannelli solari fosse un dirigibile civile andato fuori rotta mentre conduceva ricerche principalmente meteorologiche. In risposta all’attacco missilistico, il governo cinese ha espresso “forte insoddisfazione” e ha protestato contro l’uso della forza da parte degli Stati Uniti per attaccare l’aereo civile senza equipaggio. Ha aggiunto che “si riserverà il diritto di prendere ulteriori risposte necessarie.”

Soffiano venti guerra, mai fermati in realtà, tra le due potenze mondiali e l’Europa può subirne le conseguenze.

Innanzitutto, occorre sottolineare che la reazione europea all’incidente del pallone è stata attenuata. L’UE si è limitata a prendere atto del diritto degli Stati Uniti a difendere il proprio spazio aereo. “La sicurezza e la protezione dello spazio aereo è una questione di sicurezza nazionale e quindi una competenza, responsabilità e prerogativa dello specifico stato o degli stati coinvolti”, ha detto domenica un portavoce dell’UE.

Pochi Paesi europei hanno sostenuto pubblicamente la decisione dell’amministrazione Biden, evidenziando un generale senso di riluttanza ad inasprire i propri rapporti con Pechino. Secondo un’analisi di Politico.ue, la politica estera dell’UE nel 2023 sarà definita in base cosa dominerà nel bivio tra: l’indecisione europea sulla Cina o l’appetito americano di fornire la difesa dell’Europa.

Il punto è che per l’Europa, l’incidente arriva anche in un momento scomodo poiché alti funzionari si stanno preparando a impegnarsi nuovamente con Pechino.

Si dice che il capo della politica estera dell’Ue, Josep Borrell, stia pianificando un viaggio a Pechino ad aprile, quando dovrebbe anche recarsi in Giappone per una riunione ministeriale del G7. Separatamente, anche il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato la sua intenzione di incontrare il presidente Xi Jinping nella capitale cinese all’inizio di quest’anno; sarebbe interessato a portare un alto funzionario della Commissione europea, secondo indiscrezioni.

L’Europa, pur riconoscendo la pericolosità del dragone su diritti negati e intenzioni di conquiste e domini territoriali illegittimi (Hong Kong e Taiwan ne sono esempi), non vuole costruire un muro di totale chiusura o rivalità accesa come gli Usa. Non ne trarrebbe vantaggio, considerando le relazioni commerciali tra le due aree.

“La riflessione sul tema è fondamentale. Man mano che la rivalità USA-Cina si acuisce, ci sarà una maggiore pressione sugli europei, il cui approccio verso Pechino è molto diverso, affinché prendano posizione”, ha dichiarato Ricardo Borges de Castro, capo del programma Europa nel mondo presso l’European Policy Centre, un think tank con sede a Bruxelles. “La realtà è che se il mondo diventa sempre più dominato da due poli - Stati Uniti e Cina - l’UE e gli europei dovranno schierarsi finché la sicurezza e la difesa dell’Europa dipenderanno dall’ombrello degli Stati Uniti.”

Non solo, a complicare ulteriormente le cose c’è l’apparente mancanza di interesse di Pechino nell’aiutare l’Occidente a fare pressione su Vladimir Putin per porre fine alla guerra in Ucraina. E anche su questo punto l’Europa è la più interessata.

Peggio ancora, secondo un rapporto del Wall Street Journal, la Cina è emersa come fornitore dominante di beni a duplice uso alla Russia, vendendo la tecnologia di cui l’esercito di Mosca ha bisogno per proseguire la sua invasione. Le società di difesa statali cinesi hanno spedito apparecchiature di navigazione, tecnologia di disturbo e parti di jet da combattimento a società di difesa di proprietà del governo russo sanzionate, secondo l’articolo.

Più Usa e Cina si allontanano e accendono micce, più l’Europa cade nel vortice di questa crescente rivalità, rischiando di perdere alcuni vantaggi: quel che resta della sua indipendenza in materia di politica estera (sarà costretta a essere vicina a Washington), la possibilità di un coinvolgimento cinese in trattative a favore della fine della guerra, l’opportunità di non chiudere cruciali canali commerciali.

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