Lo Stato italiano aumenta i suoi tassi di interesse quando teme di non trovare gli investitori: l’affidabilità dei titoli di stato dipende dall’affidabilità dello Stato stesso, e viceversa.
Ritorna la crisi politica, l’incertezza dei mercati e la paura del futuro e ricompare nell’immaginario collettivo lo spettro dello spread. La parolina magica che tutti utilizzano come “mostro” per creare terrore psicologico ma che nessuno spiega al cittadino.
In questi giorni l’edicolante sotto casa mi fa: “Dotto’ mi devo preoccupare per lo spread?”. Sorrido e penso con tenerezza a quell’uomo: non conosce la finanza. Ma poi il sorriso mi si spegne in faccia. Sto immaginando quell’uomo in questi giorni davanti al televisore a cercare di capire, dopo ore di “maratone e speciali”, cosa vogliono dire i “superesperti” intervistati al riguardo.
Utilizzano un linguaggio tecnico che confonde ancor di più l’ignaro cittadino. Ecco, questo è il momento in cui ti rendi conto che nel nostro Paese non si fa educazione finanziaria.
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