Su X esplode lo scandalo dei Ctil Files ma i grandi media ignorano la notizia. Come funziona la grande industria della censura e chi c’è dietro.
Un piano segreto di alcuni apparati degli Stati Uniti e del Regno Unito in combutta con alcune organizzazioni non governative internazionali per mettere in atto una capillare campagna di censura in risposta alla Brexit e all’elezione di Donald Trump. È ciò che emerge dai #CtilFiles recentemente diffusi da Michael Shellenberger, Alexandra Gutentag e dal giornalista dei Twitter Files, Matt Taibbi.
Grazie a una nuova mole di documenti inediti messi a disposizione da un whisteblower - materiale che secondo gli autori dell’inchiesta supera i Twitter Files e i Facebook Files per portata e importanza - emerge un quadro a tinte fosche, nelle quali viene minuziosamente descritta l’attività di un gruppo che si prefigge di contrastare la disinformazione online chiamato Cyber Threat Intelligence League, o Ctil.
Trattasi, almeno ufficialmente, di un progetto nato da un gruppo di analisti e veterani della difesa e dell’intelligence, le cui tattiche - alquanto discutibili - sono state poi emulate da vari attori, compreso il Dipartimento di Sicurezza Nazionale (Dhs). “I documenti - sottolineano gli autori dell’indagine - descrivono tutto, dalla genesi dei moderni programmi di censura digitale al ruolo dei militari e delle agenzie di intelligence, dalle partnership con le organizzazioni della società civile ai media mainstream, fino all’uso di account sock puppet e altre tecniche aggressive” utilizzate per reprimere il dissenso. [...]
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