Cercando di sostituirsi ai singoli Stati, l’Unione europea mostra di avere la medesima tendenza ad indebitarsi autonomamente. Ecco perché.
L’eccezione diventa la regola: dopo il Next Generation EU (NGUE), anche a livello europeo, ormai ogni scusa è buona per indebitarsi.
Tutto cambia, anche le impostazioni di politica economica dell’Unione che ormai seguono le mode, cambiando direzione a seconda di come tira il vento.
Abbiamo passato un intero decennio col Fiscal Compact, in pratica dal 2011 al 2021, con gli ultimi due anni di sospensione generalizzata per via delle condizioni macroeconomiche avverse della disciplina per via in cui ha dominato il mantra del pareggio strutturale di bilanci pubblici, introdotto in Italia con una modifica costituzionale che ora è del tutto inutile: è stata una disciplina talmente severa da indurre una generalizzata deflazione dei prezzi, contrastata malamente dalla Bce portando i tassi nominali a livello negativo, che limitava il sostegno all’economia da parte degli Stati attraverso un maggior deficit anche nel caso in cui il pil reale previsto era inferiore a quello potenziale. Serviva mantenere alto il livello della disoccupazione per evitare che, diminuendola, ci fosse una pressione sui salari incompatibile con la stabilità dei prezzi. Il risultato è stata la stagnazione della crescita nell’intero Continente ed una forte distorsione nella allocazione del risparmio. [...]
Accedi ai contenuti riservati
Navighi con pubblicità ridotta
Ottieni sconti su prodotti e servizi
Disdici quando vuoi
Sei già iscritto? Clicca qui
© RIPRODUZIONE RISERVATA