C’è di nuovo un clima incerto tra gli investitori: dai dati Usa sono emersi segnali di indebolimento economico. La recessione sta davvero arrivando? I mercati fiutano un rallentamento.
I mercati azionari asiatici cercano la chiusura in rialzo, in un clima, però, tornato nuovamente molto incerto.
I deboli dati sui consumi statunitensi hanno alimentato i timori di recessione e spinto gli investitori verso asset sicuri come le obbligazioni, mentre lo yen giapponese è salito sui dubbi circa gli impegni politici della Banca del Giappone.
Le letture aggiornate di mercoledì 18 gennaio hanno mostrato che i consumatori statunitensi stanno perdendo forza e gli investimenti delle imprese sono in calo, aumentando le preoccupazioni che l’economia possa avvicinarsi alla recessione.
I prezzi alla produzione sono diminuiti di più dall’inizio della pandemia e le vendite al dettaglio sono calate maggiormente in un anno. Ciò non ha scoraggiato i funzionari della Federal Reserve, che hanno ribadito la necessità di continuare a inasprire la politica monetaria.
Recessione più vicina? Cosa suggeriscono i mercati
L’Asia tenta il recupero in chiusura: il Nikkei giapponese si ferma al tonfo dell’1,14%, mentre gli indici cinesi Shenzhen e Shanghai segnano guadagni di 0,77% e 0,49%. Hong Kong perde lo 0,42%.
Nella notte, l’S&P 500 Usa ha perso l’1,6% dopo che i dati hanno mostrato che la produzione manifatturiera statunitense è crollata il mese scorso e le vendite al dettaglio sono diminuite di più che in un anno.
“Il calo della spesa al dettaglio e della produzione industriale si aggiunge al tema del rallentamento dell’economia e della recessione nel 2023, e respinge la narrativa dell’atterraggio morbido che domina i mercati da gennaio”, ha affermato Tapas Strickland, responsabile dell’economia di mercato della National Australia Bank.
L’annuncio di Microsoft di 10.000 licenziamenti e i commenti da falco del presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, e del presidente della Fed di St. Louis, James Bullard, si sono aggiunti al sentiment cupo, con entrambi i funzionari che si aspettano tassi di interesse statunitensi superiori al 5% quest’anno.
leggi anche
Perché è ancora possibile evitare una recessione
Nel frattempo, le vendite di obbligazioni globali finora quest’anno hanno raggiunto livelli record mentre le aziende e i governi di tutto il mondo attingono agli investitori per raccogliere centinaia di miliardi di dollari di capitale.
Altrove nei mercati, il petrolio è sceso per un secondo giorno a causa dell’aggravarsi dei timori per una recessione negli Stati Uniti e le cifre hanno indicato un altro aumento delle scorte.
© RIPRODUZIONE RISERVATA