Se la crescita del Pil verrà orientata e guidata dai consumi e dagli investimenti, con riflesso positivo sulla produttività del lavoro, sarà possibile un nuovo abbattimento del rapporto debito/Pil.
I dati Istat sono chiari: in Italia c’è un’alta correlazione tra produttività e domanda nazionale, fattore fondamentale per il Pil. Il problema principale è che, essendo decrescente la produttività del lavoro (che si riflette nei salari fermi al palo da 30 anni), anche la domanda interna (consumi e investimenti) latita e nel periodo 2011-2014 si è puntato tutto sul saldo commerciale e la variazione delle scorte.
Con il Covid c’è stato un salto della produttività del capitale (settore costruzioni) ma non del lavoro, mentre sono accelerati la spesa per consumi e la domanda estera netta. Con il PNRR è balzata all’insù la quota di investimenti fissi lordi nel 2021 sulla scia del trend pre pandemia. Considerando che il rapporto debito/Pil dell’Italia è sceso da metà degli anni 90 fino al 2007, è chiaro che il “debito buono” è quello che:
1) Sterilizza l’effetto di deflazione dei salari dovuto alla rinuncia delle politiche monetarie (tasso e cambio) con l’ingresso nell’euro; [...]
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