Per ridurre il divario entrate-spese, i contributi sanitari e previdenziali dovrebbero essere proporzionati al fatturato delle imprese, anziché al monte salari pagato.
Non c’è solo una crisi del Welfare State, ma dello Stato Fiscale: anche negli Stati Uniti, per citare l’esempio di un Paese asseritamente “liberista”, la dinamica della spesa pubblica assistenziale è divenuta inarrestabile nonostante ci sia l’obbligo di avere una assicurazione sanitaria privata e la gran parte dell’istruzione sia pagata direttamente da chi ne usufruisce.
Il “debito scolastico”, le somme prese a prestito privatamente dagli studenti per pagarsi le rette dei college e vivere fuori casa, è cresciuto a sua volta in modo esponenziale ed i salari non sono sufficienti per ripagarlo nei tempi previsti: per questo, più volte si è intervenuti per accollarlo almeno parzialmente alle finanze federali.
Eppure, c’è stata una sorta di Età dell’oro anche per le finanze pubbliche italiane, fino al 1971, di cui abbiamo perso la memoria. [...]
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