Allarme inflazione alimentare ancora alto in Europa: il motivo è la siccità, che sta mettendo in crisi interi settori agricoli dei Paesi Ue. Il rischio è di avere prezzi elevati per frutta e verdura.
L’Europa nella morsa della siccità e nel pieno allarme prezzi alimentari: non si ferma l’emergenza clima e i raccolti agricoli nei Paesi europei sono a rischio, aumentando le probabilità di un’inflazione elevata ancora per un po’.
La novità negativa per il vecchio continente è che la mancanza di piogge sta rovinando i raccolti e ritardando le piantagioni in alcuni dei principali coltivatori europei, rischiando un’ulteriore impennata dei prezzi del cibo.
In realtà, le intense piogge di marzo e aprile hanno rafforzato alcuni settori dell’Unione Europea, con il blocco che prevede la produzione di grano in aumento dell’8% rispetto allo scorso anno. Tuttavia, l’Europa meridionale è un peso massimo per frutta e verdura e il maltempo segue una siccità che lo scorso anno ha fatto appassire le risaie e gli uliveti. E che ancora “brucia” poiché i terreni sono aridi.
Perché l’inflazione alimentare salirà ancora con l’emergenza clima e raccolti in Europa? Cosa sta succedendo e cosa aspettarsi.
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Cosa succede ai raccolti in Europa: è allarme siccità e prezzi
Le piogge di inizio aprile in Italia non devono far nascere illusorie speranze sull’andamento agricolo: l’Europa, infatti, sta soffrendo per la siccità.
Circa il 60% della campagna spagnola è colpita dall’aridità e le condizioni stanno peggiorando per gli agricoltori in Italia e Portogallo. Un inverno eccezionalmente secco e caldo nell’Europa meridionale e occidentale ha infatti limitato la disponibilità di acqua per uso agricolo nel corso dell’anno.
“La semina nell’area del fiume Po inizia tradizionalmente alla fine di febbraio o all’inizio di marzo, ma in questo momento il terreno è troppo secco”, ha detto in un’intervista Massimiliano Giansanti, capo del gruppo agricolo italiano Confagricoltura. “Più aspettiamo, però, meno otterremo in termini di raccolti”.
La siccità di quest’anno potrebbe colpire i raccolti primaverili di prodotti redditizi come pomodori e frutta, un’industria con 20 miliardi di euro di vendite annuali e quasi 8 miliardi di euro di esportazioni, ha affermato Giansanti. Anche la produzione di soia e mais sarà a rischio, aumentando le spese per i produttori di carne e pollame.
In Spagna ci sono già perdite irreversibili su oltre 3,5 milioni di ettari di raccolti di cereali alimentati dalla pioggia, secondo un’organizzazione di agricoltori locali. Alcuni frutteti e vigneti faticano a germogliare e la mancanza di fiori impedisce alle api di produrre il miele.
“Il rapido cambiamento delle temperature e la scarsità d’acqua hanno alterato la disponibilità di alcuni prodotti e i prezzi dei pomodori, un alimento base nelle diete locali, sono aumentati del 30% rispetto al 2022”, ha affermato Fabio Massimo Pallottini, presidente di Italmercati.
La situazione nel breve periodo non è rosea. L’aridità potrebbe continuare nei territori meridionali dell’Europa, con analisti che si aspettano siccità e stress persistenti in Spagna nel breve termine. Anche il Nord Italia potrebbe perdere le piogge fino almeno al 22 aprile.
In questo contesto, nel quale il carrello della spesa è ancora molto caro per le famiglie italiane ed europee in generale, il rischio è che i prossimi mesi saranno dominati ancora da rincari. Nonostante l’inflazione energetica stia rallentando, altri fattori come quelli meteorologici peseranno sui budget familiari, con prezzi visti in crescita per beni di prima necessità.
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