La sostenibilità in Eni: idee, programmi e fatti

Niccolò Ellena

16 Agosto 2022 - 15:01

Assistenza alle famiglie, abbattimento dei consumi e politiche di assunzione volte all’inserimento dei giovani: è in questo modo che Eni ha indirizzato le proprie scelte ESG

La sostenibilità in Eni: idee, programmi e fatti

Fondata nel 1953 dallo Stato italiano, Eni (Ente nazionale idrocarburi) è tutt’oggi una delle aziende più importanti. È diventata una Società per Azioni nel 1992, oggi è quotata alla Borsa di New York e a quella di Milano.

Eni è presente in circa 70 Paesi e ha circa 30.000 dipendenti; opera nei settori dell’energia, del gas, della chimica, della biochimica e del petrolio. Data la delicatezza dei settori in cui opera, l’azienda è ben consapevole della necessità di essere sostenibile, soprattutto dal punto di vista ambientale.

È per questo che, nel corso degli anni, ha lavorato duramente per migliorare le proprie prestazioni in ambito ESG. Ma cosa ha fatto nel concreto?

L’innovazione alla base della sostenibilità ambientale

Come ampiamente documentato all’interno del proprio rapporto ESG 2021, Eni ha intrapreso un complesso percorso per raggiungere la neutralità carbonica, passando da un’intensa riduzione delle emissioni scope uno, due e tre.

L’obiettivo, sempre più concreto, è quello di raggiungere il net-zero entro il 2050. Grazie alle attività di compensazione come l’acquisto di crediti di carbonio, l’azienda è riuscita a bilanciare le proprie emissioni del 2021, riducendole complessivamente del 2% rispetto all’anno precedente.

Uno dei risultati più sorprendenti e importanti del 2021 è stato senza dubbio l’aumento della capacità energetica nell’ambito delle energie rinnovabili. L’azienda ha infatti raggiunto una capacità di 1.118 Megawatt, triplicando il risultato del 2020.

Eni inoltre punta molto sull’innovazione al fine di lavorare in maniera più efficiente. Grazie ai propri sforzi, ad esempio, l’azienda è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di ridurre dell’80% le emissioni fuggitive del metano nell’arco di tempo 2014-2025.

Non solo, l’innovazione è stata di aiuto anche al miglioramento dell’efficienza operativa, questa è infatti aumentata a una media del 2% annuo nel periodo 2014-2021.

Eni presta una grande attenzione al non mettere sotto stress idrico i luoghi in cui opera, dato che il rischio è presente, l’azienda ha cercato di diminuire questo rischio selezionando con cura i bacini idrici. Nel 2021 solo l’1,5% dei bacini idrici a cui Eni ha attinto erano classificati come rischiosi.

A dicembre 2021 Eni, in collaborazione con Confindustria, ha organizzato “Eni Circular Bootcamp”, un evento nell’ambito del tema circolare presso la sede di Castel Gandolfo. A ciò si aggiunga la creazione di partnership e accordi lungo tutta la supply chain.

A livello internazionale, Eni è pioniera dell’applicazione del concetto di circolarità con la conversione nel 2014 della Raffineria di Venezia e nel 2019 della Raffineria di Gela in bio-raffinerie che hanno consentito di riutilizzare e valorizzare gli asset, ridurre l’impatto ambientale e salvaguardare posti di lavoro.

Supporto alle comunità e alle famiglie con figli, così Eni è socialmente sostenibile

L’azienda è molto impegnata anche a livello sociale nei contesti in cui opera per rendere la vita delle persone più semplice. Un esempio di ciò, è stata l’apertura di un asilo all’interno delle sedi di San Donato Milanese e di Roma che ospita fino a 300 bambini di un’età compresa fra i 6 mesi e i 6 anni.

Ciò ha dato la possibilità, dato il complesso momento dovuto al perdurare della pandemia, di agevolare i genitori nel loro lavoro di dipendenti e di madri/padri. Oltre a questo, per i primi tre anni dei propri figli è concesso di diritto lo smart working.

Sono stati resi disponibili sia dei soggiorni estivi per ragazzi dai 6 ai 16 anni, sia per le famiglie, che possono scegliere se recarsi in montagna a Bardonecchia o al mare a Cesenatico. Questo servizio nel 2021 ha accolto ben 950 persone.

Eni è inoltre molto impegnata nella realizzazione di progetti sociali all’interno dei contesti in cui opera al fine di rendere i luoghi più ospitali per le comunità che ci vivono. Uno dei progetti più importanti per l’azienda è senza dubbio quello per la promozione del clean cooking.

Grazie allo sforzo di Eni, tra il 2018 e il 2021, quasi 62.000 persone hanno avuto accesso al clean cooking, l’obiettivo a breve termine, per la fine del 2022 è quello di arrivare a 100.000, mentre quello a medio termine è 290.000.

L’azienda è inoltre consapevole dell’importanza del reskilling e dell’upskilling. Tra 2018 e 2021, 12.000 persone hanno ricevuto formazione professionale e supporto, l’obiettivo per il 2022 è quello di aggiungerne altre 3.500 e altre 17.000 entro la fine del 2025.

Questo servirà per combattere la disoccupazione e soprattutto per favorire il reinserimento nel mondo del lavoro con competenze nuove e aggiornate.

Ben conoscendo le difficoltà vissute in alcuni contesti a causa della mancanza di acqua, l’azienda ha investito importanti risorse per garantire a queste comunità l’accesso all’acqua pulita. Tra 2018 e 2021, questi sforzi hanno portato a 234.700 persone raggiunte dai servizi, l’obiettivo è quello di aggiungerne altre 95.000 prima della fine del 2025.

In termini economici, nel medesimo periodo, Eni ha investito 105,3 milioni di euro per lo sviluppo locale e punta ad investirne altri 308,1 milioni entro la fine del 2025.

Contratti a tempo indeterminato per combattere il precariato

In Eni la diversità ha un ruolo fondamentale, è perciò che l’azienda lavora per raggiungere un equilibrio nel personale sia maschile che femminile. Nel 2021 le donne presenti in azienda sono aumentate del 1,6% rispetto al 2020, con il relativo aumento anche di quelle in posizioni di responsabilità (0,7%).

L’azienda punta molto ad offrire stabilità ai propri dipendenti, è per questo che in fase di assunzione a molti dipendenti viene offerto un contratto a tempo indeterminato.

Nel corso del 2021 sono entrate in azienda circa 1.300 nuove figure, 960 delle quali con un contratto di questo tipo. Non solo, nonostante sia possibile pensare che questo tipo di contratti sia stato destinato soltanto a personale con una solida carriera alle spalle, non è così; infatti, circa l’80% dei contratti a tempo indeterminato è stato offerto a personale sotto i 40 anni.

Anche in Italia la situazione è confortante: dei circa 600 neoassunti, 460 sono stati messi sotto contratto a tempo indeterminato, il che non contribuisce solo alla solidità dell’azienda, ma anche a combattere il fenomeno del precariato, che in Italia più che in altri Paesi rappresenta una questione annosa.

Grazie alle politiche di turnover applicate da Eni in Italia, l’azienda ha diminuito il personale senior al suo interno a favore degli under 30. In particolare le persone in età manageriale sono diminuite del 1,5%, mentre i giovani sono aumentati del 4%.

In generale, specialmente per quanto riguarda le assunzioni di personale femminile. le politiche di Eni si sono rivelate efficaci: rispetto al 2017 sono aumentate le donne dipendenti in servizio (+2,68%), le donne in posizione dirigenziale (+2,53%) e anche le operaie (+13,16%).

Nel 2021 è proseguita la formazione obbligatoria per i dirigenti e i quadri e sui 4 moduli specifici del corso diritti umani nel posto di lavoro; nelle comunità che ospitano le attività di Eni; nei servizi di security; nelle relazioni commerciali con fornitori, e altri business partner.

Eni presta infine molta attenzione al divario di genere nei salari. Al fine di impedire ciò, rivede i suoi criteri salariali annualmente, così da apporre aggiustamenti dove necessario; ciò avviene sia a livello italiano che a livello globale.

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