Perché la Spagna vuole tassare le case acquistate dagli stranieri? Ecco il piano di Sanchez per affrontare una crisi immobiliare preoccupante.
La Spagna cerca di correre ai ripari contro una crisi immobiliare che rischia di travolgere il Paese e accentuare una divisione sociale preoccupante per l’economia.
Nel dettaglio, Madrid sta pianificando di imporre una tassa del 100% sulle abitazioni acquistate da residenti extra-UE, nel tentativo di affrontare la mancanza di immobili a buon mercato.
Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha proposto un pacchetto di misure studiato proprio per alleviare la carenza di case, gli affitti elevati e l’aumento dei prezzi delle abitazioni in tutta la nazione, con acquirenti stranieri e turismo di massa considerati fattori che contribuiscono alle pressioni immobiliari.
Intervenendo a un forum sull’argomento, il leader socialista Sanchez ha affermato che l’accesso agli alloggi è una delle principali sfide che la società deve affrontare e che la minaccia di una divisione tra le comunità è realistica.
Ecco come potrebbe funzionare la tassa spagnola sulle case acquistate da stranieri.
Tassa 100% sulle case acquistate da stranieri e non solo: il piano della Spagna
Annunciando 12 riforme pensate per affrontare la crisi immobiliare, il primo ministro spagnolo Sanchez ha affermato che le proposte del governo includono un piano per garantire che gli appartamenti turistici siano tassati “come un’azienda” e una tassa del 100% sul valore delle case acquistate da residenti extra-UE.
Tali cambiamenti si rendono necessari per garantire alloggi più accessibili e convenienti in tutta la Spagna.
“I non residenti dell’Unione Europea hanno comprato 27.000 appartamenti in Spagna [nel 2023]. Non lo hanno fatto per vivere, ma per speculare, per fare soldi, qualcosa che nel contesto di scarsità non possiamo permetterci”, ha detto Sanchez al forum “L’alloggio, il quinto pilastro dello stato sociale” tenutosi a Madrid lunedì 13 gennaio, in commenti riportati da El Periodico.
“Il Governo di coalizione progressista ha sempre accolto con favore gli investimenti esteri, ma vogliamo che siano produttivi, che incoraggino l’innovazione e creino nuovi posti di lavoro, non che servano alla speculazione, come se fossero un asset finanziario o un deposito bancario”, ha aggiunto.
L’allarme è europeo. I prezzi delle case in Europa sono aumentati del 48% nell’ultimo decennio, quasi il doppio del reddito familiare.
“Siamo di fronte a un problema serio, con enormi implicazioni sociali ed economiche, che richiede una risposta decisa da parte della società nel suo insieme, con le istituzioni pubbliche in prima linea”, ha affermato, secondo i commenti pubblicati dal Governo.
Altre misure introdotte da Sanchez comprendono piani per fornire sgravi fiscali ai proprietari, offrendo affitti accessibili e maggiore tutela per gli inquilini esistenti. Il primo ministro ha annunciato anche programmi per costruire più alloggi pubblici e per garantire che le case sociali esistenti rimangano di proprietà dello Stato. Verrà inoltre lanciato un piano per ristrutturare le abitazioni vuote e affittarle a prezzi economici.
Il primo ministro non ha fornito ulteriori dettagli sul funzionamento della tassa sugli acquirenti di case extra UE, né indicazioni su quando tali proposte potrebbero essere sottoposte al parlamento per l’approvazione.
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Crisi immobiliare in Spagna, è colpa del turismo?
Questa ultima dichiarazione di Sanchez sulla crisi immobiliare aggiunge tensione su un tema già ampiamente dibattuto in Spagna.
La carenza di alloggi e l’aumento dei prezzi, nonché la forte percezione che i proprietari di case vacanze e gli affitti per le vacanze stiano aggravando il problema, hanno provocato una forte reazione pubblica in Spagna, nonché disordini nelle località turistiche lungo la costa meridionale, nelle Isole Canarie e in città come Barcellona e Alicante.
L’economia spagnola fa affidamento sul turismo per stimolare la crescita e l’occupazione, tuttavia, con il settore che rappresenta oltre il 13% del PIL e circa tre milioni di posti di lavoro. Nei primi 11 mesi del 2024, il numero di turisti internazionali in arrivo in Spagna ha raggiunto la cifra più alta di sempre, superando gli 88,5 milioni, secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica spagnolo, INE.
“Il turismo non sta solo guidando la spesa per consumi, ma gli alti tassi di occupazione delle strutture ricettive stanno anche guidando investimenti record negli hotel”, ha affermato Maartje Wijffelaars, economista senior della zona euro presso Rabobank in un’analisi dello scorso settembre.
“Prevediamo che la crescita del PIL in Spagna si ammorbidirà un po’ in futuro, poiché si stima che l’avanzata nel settore turistico perderà un po’ di slancio. Ma si prevede che la crescita rimarrà forte e più alta rispetto all’Eurozona nei prossimi trimestri e anni, attestandosi al 2,7% [nel 2024], all′1,9% nel 2025 e all′1,5% nel 2026”, ha affermato.
Il questo contesto, il numero di turisti che utilizzano sistemazioni “di mercato” (come un hotel, un ostello o un appartamento in affitto per turisti) come luogo principale in cui soggiornare è aumentato dell′8,0% su base annua, con un utilizzo degli hotel in crescita del 5,7% e un aumento degli alloggi in affitto del 24,5%.
L’uso di “alloggi non di mercato”, come case private e stanze affittate tramite siti di home-sharing come Airbnb, è salito del 18,8% negli 11 mesi fino a novembre. Anche questo sta provocando la pressione immobiliare in Spagna. Il Governo potrebbe prendere altre decisioni nette.
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