Il management della Volkswagen non ha opposto resistenza consigliando ai lavoratori di fare la propria scelta, non intimando ritorsioni in caso di voto per la formazione del sindacato.
“Quando torneremo al tavolo dei negoziati nel 2028 non ci saranno solo Tre Grandi. Ce ne saranno cinque o sei”. Così Shawn Fain, presidente della United Auto Workers, il sindacato dei metalmeccanici, dopo avere portato a termine un nuovo contratto con le tre grandi aziende automobilistiche di Detroit l’anno scorso. Si è trattato di un ottimo contratto che ha prodotto notevoli benefici ai metalmeccanici delle Tre Grandi, ossia Ford, General Motors e Stellantis (già Chrysler).
Adesso la previsione di Fain sembra cominciare a materializzarsi. Proprio di questi giorni i metalmeccanici della Volkswagen nello Stato del Tennessee hanno votato per stabilire il sindacato con un voto del 70 percento. Si tratta di un evento che parecchi analisti hanno classificato come storico vista la nota debolezza dei sindacati nel Sud del Paese.
Le campagne di sindacalizzazione negli Stati del Sud hanno dovuto affrontare seri ostacoli. Difatti molti Stati nel Sud hanno approvato leggi denominate “right to work”, (diritto al lavoro) che non obbliga i lavoratori a iscriversi al sindacato in quei rari casi dove essi esistano. Nel caso della Volkswagen i primi due tentativi nel 2014 e nel 2019 furono rifiutati dai lavoratori. Questa volta però la UAW ci è riuscita nonostante la retorica dei governatori dell’Alabama, Georgia, Mississippi, South Carolina, Tennessee e Texas che avevano consigliato un voto negativo. Questi sei governatori erano preoccupati che i sindacati spingessero le aziende ad abbandonare il Sud per luoghi dove la manodopera è più bassa. [...]
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