La vittoria di Trump sarà la rovina della Cina? Cosa può accadere (secondo gli esperti)

Violetta Silvestri

18 Luglio 2024 - 11:07

Una vittoria di Trump può trascinare la Cina verso un peggioramento della sua economia? Secondo alcuni esperti il rischio c’è e il motivo sono i dazi. Cosa può accadere?

La vittoria di Trump sarà la rovina della Cina? Cosa può accadere (secondo gli esperti)

Le tensione tra Usa e Cina potrebbe peggiorare con la vittoria di Trump, con un impatto economico sul dragone degno di nota.

A valutare gli effetti di un ritorno alla Casa Bianca del tycoon sono diversi analisti, secondo i quali la guerra commerciale tra le due potenze - voluta anche da Biden - è destinata a peggiorare con la potenziale elezione del repubblicano.

“Se Donald Trump vincesse le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, i suoi piani per tariffe del 60% sui prodotti cinesi potrebbero rappresentare un importante rischio di crescita al ribasso per la Cina: queste le parole schiette degli strateghi di Goldman Sachs.

Le possibilità che Trump diventi il ​​prossimo presidente sono aumentate dopo che sabato è sopravvissuto a un tentativo di assassinio. Mentre proprio in queste ore trapelano indiscrezioni su restrizioni ancora più dure sulle esportazioni Usa in Cina della tecnologia legata all’IA e ai chip, le conseguenze di un ritorno di Trump alla presidenza sono valutate con attenzione. Soprattutto se possono impattare sul dragone, in difficoltà nella ripresa economica.

Trump metterà in crisi la ripresa della Cina, parola di esperti

Gli Stati Uniti sono il principale partner commerciale della Cina su base nazionale, mentre l’Unione Europea è rimasta indietro rispetto al Sud-est asiatico come principale partner commerciale regionale della Cina. Su questa considerazione si basa la previsione che dazi severi, come quelli che vorrebbe imporre Trump, sarebbero un duro colpo per il dragone.

Trump aveva aumentato le tariffe sui beni cinesi quando era presidente nel 2018 e ha minacciato di aumentarli al 60% se rieletto questo autunno.

Hui Shan, capo economista cinese di Goldman Sachs, ha spiegato su Cnbc che in questo momento le esportazioni rappresentano “un punto luminoso importante per l’economia cinese e i decisori politici dovrebbero essere preparati”.

“Stiamo assistendo a narrazioni tariffarie, non solo negli Stati Uniti, ma anche in altri importanti partner commerciali della Cina”, ha affermato. “Quindi questo non sarà un motore sostenibile di crescita per la Cina”.

Secondo Citi, il contributo delle esportazioni di beni alla crescita del Pil reale in Cina nel secondo trimestre di quest’anno è stato il più elevato dal primo trimestre del 2022, quando le restrizioni dovute al Covid hanno limitato l’attività economica interna.

Nel frattempo, l’impegno di Pechino nello sviluppo della produzione manifatturiera di alta gamma non è ancora riuscito a compensare del tutto la crisi immobiliare e i consumi fiacchi. In sintesi: il pugno duro di Trump contro l’export cinese potrebbe avere un effetto davvero indesiderato sulla ripresa della potenza asiatica.

I segnali di allarme ci sono. Nella sua prima intervista da quando è stato scelto come compagno di corsa di Trump, Vance ha detto a Fox News che, invece della guerra in Ucraina, la Cina era il “vero problema” per gli Stati Uniti e rappresentava la “minaccia più grande”.

Cosa rischia (davvero) la Cina con Trump presidente?

L’economia cinese è cresciuta del 4,7% nel secondo trimestre rispetto all’anno precedente, deludendo le aspettative degli economisti e portando la crescita per la prima metà dell’anno al 5%. Ciò ha spinto alcuni a chiedere maggiori stimoli se la seconda economia mondiale dovesse raggiungere una crescita del 5% per l’intero anno.

Il rischio al ribasso con dazi Usa potenzialmente più elevati sotto Trump deriverebbe principalmente dalla maggiore incertezza e dalle condizioni finanziarie più restrittive, nonché dalla pressione sullo yuan cinese, secondo Shan di Goldman. I dazi nel 2018, ha aggiunto, non hanno danneggiato in modo significativo le esportazioni della Cina verso gli Stati Uniti.

“I decisori politici devono pensare alla domanda interna e concentrarsi su qualcosa che sia più persistente e sostenibile per le prospettive di crescita”, ha spiegato l’esperto.

Se venissero imposte tariffe del 60%, “sarebbe un livello piuttosto alto e pensiamo che le implicazioni per la macroeconomia sarebbero piuttosto significative”, ha aggiunto.

Tuttavia, non tutti gli analisti ritengono che un’eventuale presidenza di Trump possa rivelarsi dannosa per la Cina.

Ben Harburg di Corevalues ​​Alpha ha detto alla CNBC il 4 luglio che crede che la Cina abbia più probabilità di avere risultati commerciali “positivi” sotto una presidenza Trump, data la “natura transazionale” dell’ex presidente.

“È un negoziatore e, come ogni negoziatore, gli piace abbassare l’asticella, abbassare il prezzo e poi lavorare da lì”, ha evidenziato lo stratega.

Parlando di politica estera, Harburg ha anche sottolineato che un altro mandato di Biden significherebbe anche il mantenimento dei dazi, nonché “un’invasione nelle questioni interne cinesi”, il che non migliorerebbe in modo significativo l’economia cinese, né le relazioni tra Stati Uniti e Cina.

Senza dubbio, il rapporto Usa-dragone subirà scosse e sarà osservato da vicino. Con Biden, Trump o chiunque altro arrivi alla Casa Bianca.

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