In Nuova Zelanda viene esteso l’obbligo vaccinale per diverse tipologie di lavoratori, chi non si farà immunizzare contro il Covid-19 rischia di essere licenziato: il piano del governo.
I lavoratori che non si faranno vaccinare contro il Covid rischiano di essere licenziati. È questa la nuova politica adottata dal governo della Nuova Zelanda che ha come obiettivo quello di vaccinare almeno il 90% della popolazione.
Il primo ministro neozelandese, Jacinda Ardern, ha infatti deciso di cambiare approccio, dato che il Covid - e in particolare la variante Delta - continua a tenere in ginocchio il Paese. Per frenare la diffusione del virus è stato quindi esteso l’obbligo vaccinale anche per tutti i lavoratori a contatto con il pubblico.
I lavoratori non vaccinati potranno essere licenziati
La Nuova Zelanda ha deciso di intraprendere la strada del massimo rigore imponendo la vaccinazione obbligatoria a diverse categorie di lavoratori tramite la politica “no jab, no job”, ossia “niente vaccino, niente lavoro”. In un primo momento l’obbligo vaccinale interessava solamente il personale sanitario e scolastico, ma adesso il primo ministro Arden ha deciso di estenderlo anche a tutti i lavoratori a contatto con il pubblico.
Tutti i neozelandesi che lavorano nelle palestre, parrucchieri, saloni di bellezza, bar e ristoranti rischiano di essere licenziati se non si faranno vaccinare contro il Covid-19. Il primo ministro ha infatti spiegato che questa decisione “giocherà un ruolo importante nell’aiutare a ridurre al minimo la diffusione del virus nei luoghi a più alto rischio”. Entro il mese di dicembre tutto il personale sanitario dovrà essere vaccinato mentre gli insegnanti e il personale scolastico avrà tempo fino al prossimo gennaio. La vaccinazione in Nuova Zelanda sarà un requisito necessario anche per usufruire di diversi servizi.
La situazione in Nuova Zelanda
Grazie alla politica del massimo rigore la Nuova Zelanda è riuscita a mantenere sempre estremamente basso il numero dei contagi. Al momento però il Paese sta registrando il maggior numero di nuovi casi giornalieri dall’inizio della pandemia, un centinaio al dì, e da qui la necessità di inasprire le misure. Intanto la città di Auckland continua a rimanere in lockdown e secondo le previsioni del governo si riuscirà a vaccinare almeno il 90% della popolazione entro il mese di novembre.
Per fronteggiare la pandemia, la Nuova Zelanda ha adottato un sistema “a semaforo” in modo da poter indicare i vari livelli di allarme. Il primo ministro ha infatti spiegato che “grazie al nuovo sistema a semaforo, le aziende che in precedenza consideravamo ad alto rischio, come i ristoranti, i parrucchieri e le palestre, potranno operare a tutti i livelli se chiedono ai clienti di esibire il certificato vaccinale”.
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