Cosa prevedono i programmi elettorali dei partiti in corsa alle elezioni politiche 2022 in merito al delicato tema del lavoro, dei bonus assunzioni e dei soldi alle imprese.
Quali sono le proposte su lavoro, bonus assunzioni e soldi alle imprese, contenute nei vari programmi elettorali realizzati dai partiti e dalle liste che prenderanno parte alle elezioni politiche di domenica 25 settembre?
Una domanda questa di grande attualità visto che il tema del lavoro, nonostante la guerra, la pandemia e la crisi energetica, appare essere sempre al primo posto dei pensieri degli italiani anche in vista di queste elezioni politiche.
Del resto il Covid è stato una sorta di tsunami per quanto riguarda il mondo del lavoro e, proprio nel momento in cui l’Italia sembrava aver ingranato una buona ripresa, ecco che la guerra in Ucraina e l’emergenza energetica hanno complicato le cose portando buona parte del Vecchio Continente sull’orlo della recessione.
Vediamo allora nel dettaglio quali sono le proposte dei partiti su lavoro, bonus assunzioni e soldi alle imprese, contenute nei programmi elettorali redatti in occasione delle elezioni politiche 2022.
Elezioni politiche 2022
Lavoro: le proposte dei programmi per le elezioni politiche
Per quanto riguarda il sempre delicato tema del lavoro, queste in sintesi sono le principali proposte contenute nei programmi elettorali delle principali liste e coalizioni in campo alle elezioni politiche 2022.
- Centrodestra: taglio del cuneo fiscale in favore di imprese e lavoratori, interventi sull’Iva, revisione reddito di cittadinanza ed estensione della possibilità di utilizzo dei voucher lavoro in particolar modo per i settori del turismo e dell’agricoltura.
- Centrosinistra: salario minimo obbligatorio per le professioni che oggi non prevedono accordi collettivi; parità salariale tra uomini e donne; promozione dello smart working.
- Movimento 5 Stelle: salario minimo: 9 euro lordi l’ora di salario minimo legale per dire stop alle paghe da fame e dare dignità ai lavoratori che oggi percepiscono di meno.
- Azione-Italia Viva: eliminare il reddito di cittadinanza dopo il primo rifiuto e ridurlo dopo 2 anni; introduzione di un salario minimo; combattere la precarietà promuovendo la flessibilità regolare.
- Italexit: riduzione del cuneo fiscale e aumento dei salari; revisione del reddito di cittadinanza.
- Unione Popolare: introduzione di un salario minimo legale di almeno 10 euro lordi l’ora; abolizione Jobs Act; reddito di cittadinanza a 1.000 euro al mese.
- Italia Sovrana e Popolare: salario minimo a 1200 euro; ripristino dell’Art. 18; nuova scala mobile per salvaguardare i salari.
L’argomento più dibattuto in merito alla sfera del lavoro in questa campagna elettorale è senza dubbio quello del salario minimo: anche se con diverse sfaccettature, la misura è presente in quasi tutti i programmi elettorali. Fa eccezione quello del centrodestra, anche se i partiti non si sono mai detti apertamente contrari all’introduzione di una sorta di salario minimo.
Anche il taglio al cuneo fiscale è un tema assolutamente bipartisan nei vari programmi elettorali, così come i diversi bonus assunzioni che sono stati progettati da parte dei partiti in corsa alle elezioni.
Nel dettaglio queste sono alcune delle principali proposte per quanto riguarda le imprese.
- Centrodestra: rafforzamento dei meccanismi di decontribuzione per lavoro femminile, under-35, disabili, zone svantaggiate.
- Partito Democratico: zero contributi per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani fino a 35 anni.
- Movimento 5 Stelle: sgravi per l’assunzione di donne in gravidanza.
- Azione-Italia Viva: rimborso per tutte le imprese che, in coordinamento con il Mise, organizzino tramite gli Its e altri enti di formazione, dei corsi specialistici organizzati per la creazione delle competenze richieste dal mercato. Tali corsi dovrebbero essere aperti a tutti sia a personale interno da riqualificare, sia a lavoratori non ancora assunti e che potranno effettuare colloqui al termine del periodo di formazione.
- Italexit: gli incentivi vanno aumentati di molto, ma riservati alla piccola e media imprenditoria: nessun vantaggio, se non minimo, per la grande impresa.
- Unione Popolare: rendere nuovamente il contratto a tempo indeterminato la forma contrattuale standard, in primo luogo abolendo il Jobs Act e tutte le leggi che hanno incentivato la precarietà.
- Italia Sovrana e Popolare: azzeramento di tutta la legislazione relativa alla precarizzazione.
A prescindere da chi vincerà le elezioni, sarà una autentica corsa contro il tempo per il nuovo governo approvare la legge di bilancio entro la fine dell’anno. Visti i tempi stretti, di conseguenza provvedimenti strutturali per quanto riguarda il mondo del lavoro potrebbero essere adottati non nell’immediatezza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA