Gli studi legali potranno assumere avvocati con contratto di lavoro subordinato? Ecco quanto previsto dalla proposta di legge di CGIL e MGA presentata alla Camera dei Deputati.
L’avvocato potrà essere assunto anche come dipendente? Dopo il parere positivo del Consiglio di Stato sul nuovo regolamento per i corsi obbligatori per diventare avvocati, presto un’altra novità potrebbe stravolgere completamente la professione forense.
In questi giorni, infatti, la CGIL e gli avvocati dell’associazione M.G.A. (Mobilitazione Generale Avvocati) hanno presentato alla Camera dei Deputati una proposta di legge con la quale si punta ad eliminare l’incompatibilità che c’è tra il lavoro subordinato e la professione forense.
Ad oggi uno studio legale non può assumere con contratto di lavoro subordinato un avvocato, anche se in realtà ci sono diversi professionisti che di fatto sono dei veri e propri dipendenti. Molti avvocati che lavorano negli studi legali, quindi, pur presentando gran parte degli elementi che identificano il rapporto di subordinazione non possono godere dei diritti riservati ai lavoratori dipendenti.
Ecco perché il sindacato CGIL, insieme all’associazione MGA, ha deciso di presentare una proposta di legge a Montecitorio per il riconoscimento del lavoro subordinato negli studi legali.
Il suddetto ddl punta alla modifica dell’articolo 18 della legge n°247 del 2012, il quale nel punto “D” stabilisce che la professione dell’avvocato è incompatibile “con qualsiasi attività’ di lavoro subordinato anche se con orario di lavoro limitato”.
In che modo? Nel dettaglio, la proposta di legge presentata dai sindacati prevede delle nuove “modalità di inclusione per l’esercizio della professione nell’alveo del contratto collettivo nazionale di lavoro” degli studi professionali.
Il contratto di lavoro subordinato quindi sarebbe esteso anche agli avvocati.
Il contratto di lavoro dipendente non comporterebbe comunque l’esclusione dell’avvocato dalla Cassa Forense, ma bisognerà comunque ridefinire gli oneri previsti sulla base di diversi elementi, quali:
- figura professionale;
- natura della prestazione;
- nuova regolamentazione.
Di seguito vedremo nel dettaglio quali sono le novità previste dalla proposta di legge presentata da alcuni sindacati, che però non sembra soddisfare l’AIGA (l’Associazione Italiana Giovani Avvocati).
Avvocati assunti come dipendenti: le novità del ddl presentato da MGA e CGIL
L’associazione MGA di concerto con CGIL ha presentato alla Camera dei Deputati un ddl - al quale hanno aderito i deputati Gribaudo e Paris del Partito Democratico e Maestri di SI-Possibile - con cui si mira all’eliminazione della norma che vieta agli studi legali di assumere un avvocato con contratto subordinato.
Un ddl con il quale si spera di tutelare tutti quegli avvocati che pur essendo “di fatto” subordinati al titolare dello studio legale nel quale lavorano non possono godere dei diritti riservati ai lavoratori dipendenti.
Con l’approvazione di questa proposta di legge, quindi, verrebbe meno l’incompatibilità dell’esercizio della professione forense con il lavoro subordinato (o parasubordinato) prevista dall’articolo 18 della legge 247/2012.
Secondo i promotori della legge non si può trascurare quel 54,9% di avvocati - su un totale di 240mila - che si trovano in una fascia di reddito professionale compresa tra lo 0 e i 20mila euro. Tra questi infatti si nasconde la maggior parte del “lavoro nero del settore”, come dichiarato da Cosimo Matteucci, presidente di MGA.
Per mettere fine a questo problema bisogna estendere la contrattazione collettiva anche per gli avvocati, garantendo così un livello minimo di retribuzione e diversi diritti per i professionisti legali impiegati negli studi professionali, “mascherati” con collaborazioni e partite IVA.
Nella proposta di legge si chiede di utilizzare per gli avvocati lo stesso contratto collettivo nazionale previsto per i dipendenti negli studi professionali.
Al momento comunque non ci sono molte possibilità che questa proposta di legge venga approvata, poiché manca il tempo utile per farlo visto che in questi pochi mesi che ci separano dalla fine della legislatura il Parlamento è alle prese con argomenti di maggior urgenza.
Chiara Gribaudo del Partito Democratico - una delle firmatarie della legge - ha comunque assicurato il massimo impegno affinché questa proposta venga discussa in aula prima della fine della legislatura.
Giovani avvocati contrari al contratto da dipendente
Se la proposta di legge non verrà discussa entro la fine della legislatura i giovani avvocati dell’AIGA non si strapperanno di certo i capelli.
Questi infatti non condividono lo stesso entusiasmo di MGA, tant’è che hanno bocciato completamente il ddl.
Secondo i portavoce dell’AIGA non si può per alcun motivo rinunciare alla caratteristica fondamentale della professione forense, ovvero l’indipendenza.
L’avvocato dipendente quindi non sarebbe una buona soluzione, poiché così verrebbero meno gli elementi di “dignità” e “decoro” che da sempre caratterizzano la professione forense.
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