L’Unione europea va avanti con la strategia per difendersi dalla Cina sul piano commerciale e della sicurezza economica: sono 5 i punti chiave del piano per una maggiore influenza e indipendenza.
L’Unione europea sta studiando il suo piano per arginare la Cina in almeno 5 mosse.
Il focus è sulla sicurezza economica, in un mondo che sta cambiando i suoi equilibri e disegnando nuove relazioni commerciali strategiche, con Pechino e Mosca sempre più baluardi di un sistema anti-occidentale.
In questa cornice complessa, l’Ue ha intenzione di far crescere il suo peso economico, diversificando gli scambi e, soprattutto, rendendosi più indipendente da Paesi come Russia e Cina in mix di normative più severe e costruzione di nuove reti di partner per beni cruciali (come le materie prime).
Secondo alcuni esperti, l’Unione è stata lenta nel rendersi pienamente conto di quanto fosse dipendente dalla Russia, e quando il Cremlino ha invaso l’Ucraina un anno fa, l’Europa ha subito un’inflazione record e ha assistito a una catastrofe economica mentre cercava di trovare nuove forniture di petrolio e gas che in precedenza si procurava a buon mercato dalla Russia.
Ora, gli Stati membri appaiono incerti su come agire, con alcuni che restano riluttanti ad avviare una guerra commerciale con la Cina, che è comunque un importante partner commerciale con diversi Paesi Ue.
Sono almeno 5 i punti chiave della politica europea per difendersi dal dragone.
1. Misure commerciali punitive
Quest’anno, gli Stati membri europei hanno concordato una nuova serie di poteri commerciali che consentiranno al blocco di contrattaccare i Paesi terzi che utilizzano le restrizioni economiche per ritorsioni politiche.
Il nuovo strumento anti-coercizione rafforza le difese commerciali dell’Ue e consente alla Commissione di imporre tariffe o altre misure commerciali punitive in risposta a episodi di restrizioni al commercio estero politicamente motivate.
Lo strumento ha guadagnato importanza dopo che la Cina ha penalizzato la Lituania per aver aperto di fatto una missione a Taiwan nella sua capitale, Vilnius. Le esportazioni lituane verso la Cina sono diminuite del 75% lo scorso anno dopo che Pechino ha declassato i rapporti diplomatici e limitato il commercio lituano.
Gli Stati Uniti hanno fatto pressioni sull’Ue per indurire la sua posizione nei confronti della Cina, come parte del piano di Washington per un’alleanza globale in contrasto al peso economico di Pechino. E negli ultimi mesi, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha assunto una posizione più assertiva, sostenendo che il blocco deve “ridurre i rischi” dalla Cina senza un vero e proprio “disaccoppiamento”.
Tuttavia, questo spostamento nel braccio esecutivo dell’Ue ha preoccupato alcune società e in particolare i Paesi che hanno profondi legami commerciali con la Cina. Le case automobilistiche tedesche Volkswagen AG, Mercedes-Benz AG e Bayerische Motoren Werke AG hanno costruito dozzine di stabilimenti in Cina e tutti e tre i produttori ora vendono più veicoli nella nazione asiatica rispetto a qualsiasi altro mercato.
2. Controllo degli investimenti in uscita
La Commissione sta valutando nuovi limiti da porre agli investimenti in uscita per rivali strategici come la Cina in settori sensibili quali i semiconduttori, che potrebbero consentire a Pechino di costruire un’industria di chip di livello mondiale.
Quest’anno, ASML Holding NV, un produttore olandese di apparecchiature avanzate per la produzione di semiconduttori, ha accusato un ex dipendente con sede in Cina di aver contribuito a rubare informazioni tecnologiche riservate.
I funzionari dell’amministrazione Biden hanno esortato l’Europa ad allineare i propri sforzi per impedire alla Cina di acquisire capacità sensibili con implicazioni per la sicurezza nazionale. All’inizio di quest’anno, gli olandesi hanno annunciato restrizioni all’esportazione di tecnologia dei semiconduttori nel dragone.
3. Controllo imprese straniere
Il mese prossimo entrerà in vigore il regolamento Ue sui sussidi esteri, che conferirà alla Commissione nuovi poteri per impedire ai concorrenti stranieri sovvenzionati di distorcere la concorrenza nel mercato interno.
Lo strumento impone obblighi di rendicontazione e notifica a tutte le imprese coinvolte in grandi appalti pubblici o operazioni di fusione e acquisizione nell’Ue. La Commissione sta anche rivedendo le sue regole di controllo degli investimenti esteri in vigore da due anni, che regolano la capacità delle società straniere di effettuare investimenti nel blocco commerciale di 27 membri.
4. Infrastrutture Ue in osservazione
Entro la fine dell’anno, il Parlamento europeo prenderà in considerazione nuovi limiti per le società straniere che vogliono investire in infrastrutture critiche europee.
Le società cinesi hanno già partecipazioni nei porti di almeno 10 Stati membri, il che potenzialmente fornisce a Pechino l’accesso a informazioni sensibili sul flusso di merci europee. La misura arriva mentre la Germania riconsidera la sua controversa decisione di consentire al conglomerato statale cinese Cosco Shipping Holdings Co. di acquistare una partecipazione del 24,9% in uno dei terminal portuali di Amburgo.
5. Nuovi partner commerciali cercasi
I responsabili politici europei stanno sfruttando l’influenza economica del suo settore di consumo da 8,6 trilioni di dollari per negoziare accordi commerciali che espandano l’influenza dell’Ue nei principali mercati esteri.
L’Unione europea sta concludendo accordi commerciali con il Cile e l’Australia, che faciliteranno l’accesso al litio, un materiale fondamentale per le batterie dei veicoli elettrici.
La Commissione sta anche negoziando un accordo con il blocco commerciale del Mercosur, che comprende alcune delle nazioni più grandi e ricche di risorse dell’America Latina: Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay.
Infine, l’Ue sta lanciando la sua iniziativa Gateway, una strategia di investimento da 300 miliardi di euro (328 miliardi di dollari) che mira a competere con il programma Belt and Road della Cina per l’influenza economica in America Latina, Asia centrale e Africa.
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