Le migliori città per studenti nel mondo: l’Italia non si piazza bene

Chiara Esposito

29/06/2022

Londra prima in classifica a livello internazionale secondo il rating di QS Quacquarelli Symonds: ecco i parametri che rendono una città adatta agli studenti.

Le migliori città per studenti nel mondo: l’Italia non si piazza bene

Cosa rende una città adatta agli studenti? QS Quacquarelli Symonds prova a stabilirlo stilando una classifica internazionale e valutando tutte le città che contano più di due università nel loro perimetro per eleggere la migliore per la vita studentesca.

Le valutazioni di QS, analista globale della formazione universitaria e manageriale, sono state pubblicate nella decima edizione della classifica Qs Best Student Cities che permette agli universitari di confrontare oltre 140 città in tutto il mondo.

Londra si conferma in testa seguita da Monaco, al secondo posto a pari merito con Seoul. Zurigo è poi al quarto posto seguita da Melbourne che chiude quindi la top 5. L’Italia invece non fa una bella figura ma grazie alle analisi e alle comparazioni con l’estero è facile capire perché.

Quali sono i parametri da considerare

Le metriche utilizzate da QS per stilare la classifica delle migliori città studentesche rispondono ognuna a una domanda e a un relativo parametro. In totale gli indicatori sono sei:

  • Classifiche universitarie («la città ha una serie di università di alto livello?»);
  • Desiderabilità («la città è un luogo desiderabile per vivere e i futuri studenti esprimono costantemente una preferenza per studiare qui?»);
  • Affordability ("La città è accessibile agli studenti?);
  • Attività di Recruitment ("i datori di lavoro hanno un’alta considerazione delle università della città e ci sono opportunità economiche per i laureati?);
  • Mix di studenti («La città è un luogo vario e tollerante in cui vivere? Ha una popolazione studentesca numerosa?»);
  • Voce degli studenti («Gli studenti che hanno studiato in questa città la raccomandano ai loro coetanei?»).

Come statistiche di recruitment si fa riferimento a oltre 99.000 risposte al sondaggio QS sui datori di lavoro e vengono anche analizzati i livelli di occupazione giovanile in ogni città. Con il termine affordability invece si considera il costo medio della vita calcolato sui beni di largo consumo e di uso quotidiano.

Londra in testa: ecco cosa la rende migliore

Londra mantiene il suo status di migliore città studentesca del mondo e lo fa per la quarta edizione consecutiva. Il suo successo si deve all’alta concentrazione di università di livello mondiale e il feedback altamente positivo degli studenti che hanno studiato in città con uno strabiliante 98,5/100 - risultato superato solo da Berlino.

Alte anche le opportunità di carriera per i laureati con un punteggio di 92,7/100 e alta anche la varietà di nazionalità della popolazione studentesca. Ben Sowter, vicepresidente senior di QS, ha commentato questa riconferma sottolineando come «le risposte ai sondaggi da parte degli studenti che hanno studiato a Londra chiariscono che questa città offre straordinarie opportunità culturali, economiche e formative» e ancora che la capitale UK «con due delle dieci migliori università del mondo situate in città, rimane un polo educativo leader a livello mondiale».

Cosa porta giù l’Italia

Nel quadro di QS le uniche due città italiane che arrivano in classifica sono Roma (74°) e Milano (48°) che però perdono terreno rispetto alla scorsa edizione.

Milano in particolare perde due punti ma riesce comunque a rimanere tra le migliori cinquanta città al mondo per gli studenti. Roma invece ne perde cinque. Entrambe le città scendono nel parametro Classifica Universitaria di QS (WUR – World University Rankings) e salgono per Student Mix; questi due indicatori sono fondamentali per capire il trend negativo.

Entrambe le città italiane infatti sono diventate più costose e meno accessibili per gli studenti rispetto alla scorsa edizione. L’accessibilità è infatti un fattore preoccupante ben oltre il panorama nazionale. Secondo i parametri di QS c’è un calo di poco inferiore al 90% nell’indicatore “Affordability”, che equivale allo studio del costo delle rette universitarie e del costo della vita.

Milano tuttavia si riprende nell’indicatore che misura l’attività dei datori di lavoro in termini di recruitment di neo-laureati posizionandosi al 21° posto a livello mondiale. Roma invece la segue sul fronte del feedback - l’esperienza di studio rispetto alle aspettative continua complessivamente a convincere i ragazzi e le ragazze degli atenei.

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